Ora Francesco fa il sindacalista: "Lavoro in nero peccato gravissimo"

Nell'omelia a Santa Marta una dura critica al fariseismo di chi digiuna, ma poi non tratta con giustizia gli altri

Il Papa al concistoro del Collegio cardinalizio
Il Papa al concistoro del Collegio cardinalizio

Una fede che non sia soltanto superficiale, ma pervada piuttosto ogni aspetto della vita dei credenti. È questo l'invito che papa Francesco ha fatto oggi, durante l'omelia della messa celebrata alla Casa Santa Marta. Un discorso dedicato alla Quaresima e al senso più ampio del digiuno, che non deve essere soltanto astensione dal cibo.

"Non è digiuno non mangiare la carne, ma litigare e sfruttare gli operai", ha detto il Pontefice, condannando un atteggiamento non dissimile da quello dei farisei condannati in vita da Gesù, ricchi di "osservanza esteriori, ma senza la verità del cuore".

Andare a messa e fare la comunione non è sufficiente, ha detto Francesco, se un fedele non si pone poi delle domande. "Com'è il rapporto con i tuoi dipendenti? Li paghi in nero? Paghi il salario giusto? Versi i contributi per la pensione?".

Il digiuno, insomme, "scioglie le catene inique, rimanda liberi gli oppressori, veste i nudi, fa giustizia".

La conclusione del Papa è che "è un peccato gravissimo usare Dio per coprire l'ingiustizia". E chi "fa ingiustizia" ai propri dipendenti, dovrebbe evitare di fare offerte alla Chiesa.

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