Ora gli Usa temono Putin: ​"Non ci consideri una minaccia"

Gli Stati Uniti rispondono al documento di Mosca che indicava la Nato e gli Usa come "minacce" alla sicurezza nazionale

Ora gli Usa temono Putin: ​"Non ci consideri una minaccia"

Sembrerà strano, ma stavolta a stemperare i toni della nuova guerra fredda tra Usa e Russia è il Pentagono. Che invece di replicare con un approccio fermo e deciso alle ultime mosse di Vladimir Putin, ha rilasciato una dichiarazione che assomiglia (quasi) ad una resa. Non militare certo, né tantomeno dal lato dell'influenza su determinate aree del mondo. Ma le parole del Pentagono ("La Russia non ha ragioni di considerare gli Usa come una minaccia"), sono molto meno dure di quanto ci si sarebbe aspettati.

La decisione del presidente russo di firmare il documento sulla sicurezza nazionale, in cui viene descritta l'espansione della Nato ad Est come una "minaccia per il Paese", è stata oggetto di riflessione per i vertici militari americani. "La politica indipendente interna ed estera della Russia - si legge nella Strategia di Sicurezza Nazionale - ha inescato una contro-azione degli Usa e dei suoi alleati". I quali sono accusati da Mosca di agire in base ai loro interessi economici ed egemonici. Non solo. Perché l'allargamento della Nato è secondo Putin una violazione delle "norme di diritto internazionale".

E in effetti, se si guarda indietro nella storia, una delle condizioni non scritte grazie alle quali si è arrivati alla riunificazione della Germania senza spargimenti di sangue, fu proprio il mantenimento di una "zona cuscinetto" tra la Nato e quello che rimaneva del Patto di Varsavia. Condizione che non esiste più dall'inizio del conflitto in Ucraina.

Ed è proprio a Kiev che nascono gran parte dei dissidi tra le due grandi potenze internazionali. Il portavoce del Pentagono ha aggiunto che "gli Usa non cercano il conflitto. Certo, abbiamo le nostre divergenze (Ucraina e Siria), ma è assolutamente sbagliato vedere gli Stati Uniti come una minaccia per il governo di Mosca". Eppure sembra difficile non considerare in questa chiave - visto dalla prospettiva russa - il desiderio di portare sotto l'egida Nato gli ex Stati sovietici e le sanzioni alla Russia. Senza considerare, poi, che solo qualche mese fa Joseph Dunford, capo dello stato maggiore congiunto delle forze armate Usa, non esitò a definire la Russia “come la più grande minaccia per la sicurezza nazionale americana”. "L’atteggiamento russo è allarmante – disse Dunford - (...

) la più grande minaccia per la nostra sicurezza nazionale è dettata proprio dai russi. La loro capacità nucleare, costituisce una minaccia più grande dello Stato islamico".

Oggi, invece, i toni sono cambiati. Così come lo scenario internazionale.

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