Padova, pericolo peste suina: sequestrate quasi 10 tonnellate di carne cinese

Il materiale biologico era stato introdotto illegalmente in Veneto ed è stato individuato grazie a un'operazione delle fiamme gialle. La Coldiretti denuncia: "Le frontiere Ue sono un colabrodo"

Padova, pericolo peste suina: sequestrate quasi 10 tonnellate di carne cinese

La guardia di Finanza di Padova, in collaborazione con il servizio veterinario e del Servizio igiene, alimenti e nutrizione dell'Ulss 6 Euganea, in queste ore, ha sequestrato in un magazzino nella zona industriale 9,420 chili di carne suina di origine cinese, importata nell'Unione europea in violazione delle norme doganali e sanitarie. In base a quanto riportato dalle fiamme gialle, la confisca si sarebbe resa necessaria per pericolo di contaminazione della peste suina africana (Asf).

L'eliminazione immediata

In base alle prime ricostruzioni, poi, in seguito all'operazione sarebbe stata sequestrata anche l'attività commerciale dove è stato trovato il materiale biologico "per gravi e reiterate irregolarità". Secondo quanto riportato da La Stampa, i sanitari dell'Ulss 6 Euganea avrebbero ritenuto il prodotto potenzialmente molto pericoloso, tanto da non voler procedere a un'analisi della carne, decidendo invece il suo immediato incenerimento.

L'importazione illegale

La confisca si è concretizzata perché l'importazione è vietata sulla base di un provvedimento del ministero della Salute, finalizzato a scongiurare la diffusione anche in Italia dell'epidemia di peste suina africana che ha colpito la Cina di recente. Le fiamme gialle, intervenute nel corso delle operazioni di scarico di un container, hanno accertato la presenza di prodotti alimentari di origine vegetale utilizzati come carico di copertura per celare l'importazione illegale di carne suina.

Un carico corposo

Il carico confiscato è risultato particolarmente importante, forse anche per l'approssimarsi dei festeggiamenti del capodanno cinese. Le carni suine, infatti, sarebbero particolarmente richieste dagli immigrati asiatici, i quali le comprano a prezzi inferiori, spesso, incuranti delle potenziali conseguenze per la salute. Sentito il ministero della Salute, il personale dell'Unità Locale Socio Sanitaria ha emesso un provvedimento d'urgenza disponendo l'immediata distruzione delle carni illegalmente importate dalla Cina.

Zaia: "Gdf angeli custodi"

"Ancora una volta assistiamo all'intollerabile: cibi pericolosi destinati alle nostre tavole, con rischi per la nostra salute e danni per il lavoro dei nostri impenditori. Per fortuna, le fiamme gialle di Padova sono intervenute, dimostrando che non bisogna mai abbassare la guardia", ha dichiarato il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, che ha commentato postivamente la notizia del maxi sequestro. Il governatore ha poi aggiunto: "Chi pensa di arricchirsi sulla pelle dei veneti deve essere punito. Esprimo i miei complimenti alla guardia di Finanza: hanno dimostrato di essere veramente degli angeli custodi, come tutte le forze dell'ordine che operano a tutela dei cittadini. È ora di finirla, infatti, con l'arrivo nella nostra regione di cibi contraffatti e pericolosi; non va lasciato campo libero a questi trafficanti".

I reati

L'imprenditore cinese, che gestiva l'attività del magazzino, è stato denunciato per i reati di commercio di sostanze alimentari nocive, diffusione di malattie delle piante o degil animali, contrabbando e per violazione della disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande. L'eventuale condanna del trasgressore potrebbe condurre alla chiusura definitiva dell'esercizio e alla revoca del provvedimento amministrativo che consente lo svolgimento dell'attività economica. E proprio per questo, con lo scopo di impedire da subito l'ulteriore perpretrazione di condotte criminali e alla luce dei numerosi precedenti specifici in capo ai titolari, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Padova, ha disposto il sequestro preventivo dell'attività commerciale, subito eseguito dagli investigatori.

La denuncia di Coldiretti

"Serve dare immediatamente il via libera all'obbligo dell'etichettatura d'origine sui derivati della carne suina per garantire la trasparenza e la rintracciabilità di fronte agli allarmi sanitari che si moltiplicano con la globalizzazione degli scambi", ha scritto Coldiretti nel commentare positivamente il maxi sequestro.

L'associazione di rappresentanza avrebbe sottolineato, tramite il presidente, Ettore Prandini, come sia stato messo sotto accusa il sistema di controllo dell'Ue "con frontiere colabrodo, che hanno lasciato passare materiale pericoloso ai confini olandesi, ma anche i ritardi a livello nazionale, causati da una burocrazia che non comprende l'urgenza di tracciare gli alimenti che arrivano ai consumatori in una situazione in cui l'Italia importa ogni anno, dall'estero, circa un miliardo di chili di carni fresce e congelate".

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