Ha ucciso al figlio di undici anni e poi si è tolto la vita. Si tratta dell'omicidio-suicidio avvenuto nella notte tra domenica 20 e lunedì 21 settembre a Rivara Cavanese, in provincia di Torino, dove un operaio di 47 anni, Claudio Baima Poma, ha sparato al suo bambino prima di puntare la stessa arma da fuoco contro sé stesso. In queste ore, sono in corso gli accertamenti da parte dei carabinieri di Ivrea intervenuti per primi sul luogo dell'accaduto.
La tragedia
L'omicidio-suicidio si è consumato a notte fonda, pressapoco alle ore 2, in una villetta di Rivara, nel Torinese. L'uomo ha esploso dei colpi di pistola contro il figlio Andrea, di 11 anni, presumibilmente mentre il ragazzino dormiva in camera da letto. Poi con la stessa arma, detenuta illegalmente, l'ha fatta finita. Stando a quanto si apprende da fonti a vario titolo, a ritrovare i corpi senza vita sono stati i militari della Compagnia di Ivrea che, dopo aver fatto irruzione nell'abitazione, hanno tempestivamente allertato i soccorsi sanitari. Purtroppo però, per entrambi le vittime non vi è stato nulla da fare. In queste ore, sono in corso gli accertamenti sulla vicenda da parte dei carabinieri. Al momento, la tragedia non è stata dettagliata di particolari né è stato definito con chiarezza il movente del delitto. Dalle prime ricostruzioni è emerso che Claudio Baima Poma, operaio in un'azienda meccanica del Torinese, soffrisse da tempo di depressione.
L'annuncio choc sui social
Un piano, quello dell'omicidio-suicidio, che sembra essere maturato in un contesto di forte turbamento emotivo. Qualche ora prima della tragica circostanza, infatti, l'operaio con la passione delle Harley Davidson ha scritto un lungo post su Facebook in cui ripercorre i momenti felici con il figlio Andrea. Il messaggio è indirizzato alla compagna Iris, madre del ragazzino, con cui sembra che i rapporti si fossero incrinati da tempo e alla quale l'uomo rivolge parole rancorose. "Quando abbiamo iniziato a convivere ero l'uomo più felice del mondo, sembrava una favola. Poi è nato Andrea, il nostro sogno'' è l'incipit dello scritto. Nelle righe successive racconta la sua depressione accusando la mamma del ragazzino di non averlo confortato e supportato nei suoi travagli: "Tutti si sono accorti che non stavo più bene, che non ero più quello di prima, tranne te. - prosegue - Un giorno mi hai detto 'vorrei averla io ogni tanto la depressione'...Grazie tante per queste parole Iris. Potevamo fare una vita tranquilla insieme ma dal 2015 tu viaggiavi per conto tuo''.
Poi la chiosa che preannuncia il gesto estremo: ''Io e Andrea non potevamo stare distanti nemmeno un minuto. - conclude -Noi partiamo per un lungo viaggio dove nessuno ci potrà dividere, lontano da tutto e lontano dalla sofferenza".Pubblicato da Baima Poma Claudio su Domenica 20 settembre 2020
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