Papa Bergoglio elogia la comunità toscana del "prete rosso"

Bergoglio in vista a Nomadelfia, dove sorge la comunità fondata da don Zeno. Il pontefice argentino ha elogiato la realtà grossetana e invitato i membri ad andare avanti secondo quanto immaginato dal "prete rosso"

Papa Bergoglio elogia la comunità toscana del "prete rosso"

Papa Bergoglio è arrivato in Toscana. Il pontefice argentino è stato salutato, come sempre, dal calore di migliaia di fedeli. Vicino a Grosseto si trova la comunità di Nomadelfia, fondata da don Zeno Saltini, il cosiddetto "prete rosso". E Papa Francesco ci ha tenuto a visitare la realtà "ultracattolica" nata in Maremma.

In principio la struttura era sorta per per l'accoglienza dei bambini abbandonati e/o orfani. Nel tempo è divenuta anche una comunità che vive secondo i precetti degli Atti degli Apostoli: come i primi cristiani. L'Opera Piccoli Apostoli, così com'era chiamata la comunità originaria di don Zeno, è stata anche protagonista della resistenza al nazifascismo. Dopo l'occupazione dei tedeschi del 1943, alcuni dei membri di questa comunità divennero partigiani (lo stesso don Zeno). Altri, sempre in opposizione a quanto voluto dal regime, si occuparono di far fuggire delle famiglie ebraiche in Svizzera.

Don Zeno, negli anni, è stato prima "spretato" e poi riammesso alla celebrazione del culto cattolico. Il motivo del momentaneo abbandono pare fosse il tempo necessario per dare sostegno alle famiglie della sua collettività. La Congregazione per la Dottrina della Fede, in realtà, avrebbe provato ad allontanare don Saltini da Nomadelfia almeno in un'occasione.

Bergoglio, nella giornata di oggi, ha definito quella di Nomadelfia "una realtà profetica che si propone di realizzare una nuova civiltà, attuando il Vangelo come forma di vita buona e bella". Lì nel grossetano non è previsto l'utilizzo del denaro e la proprietà privata è stata messa fuori legge. Per la sua storia politica e per le scelte radicali operate per vivere secondo i primi fedeli, don Zeno è da sempre il "prete rosso". Un sacerdote contrapposto ai fascisti, contrario alle leggi razziali e alla dittatura ventennale di Benito Mussolini.

Il giudizio che l'ex arcivescovo di Buenos Aires ha di don Zeno è più che positivo:"Il vostro Fondatore - ha detto il Papa questa mattina - si è dedicato con ardore apostolico a preparare il terreno alla semente del Vangelo, affinché potesse portare frutti di vita nuova". E ancora:"Cresciuto in mezzo ai campi delle fertili pianure dell'Emilia, egli sapeva che, quando arriva la stagione adatta, è il tempo di mettere mano all'aratro e preparare il terreno per la semina". Un elogio, insomma, anche alla cultura contadina, che per Bergoglio significa soprattutto difesa della "cultura dell'accoglienza".

La realtà creata da don Zeno è per il Papa argentino una "civiltà nuova".

Bergoglio ha invitato tutti a continuare sulla strada intrapresa. Già Giovanni Paolo II aveva visitato la comunità grossetana, ma quella di Papa Francesco è stata una vera e propria consacrazione elogiativa di un modo di intendere il cristianesimo.

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