Una bordata in pieno stile ratzingeriano: papa Francesco, nel corso della giornata di ieri, si è scagliato contro la "cancel culture", che sta ormai prendendo piede in Occidente, con un impatto peraltro evidente ai più.
L'occasione per prendere posizione in merito è stata l'udienza al Corpo diplomatico che opera presso la Santa Sede. Jorge Mario Bergoglio ha deciso d'irrompere nel dibattito culturale, indicando una via per la Chiesa cattolica tutta ma anche per la civiltà occidental.: "La diplomazia multilaterale - ha esordito il pontefice argentino, secondo quanto ripercorso da Italpress - attraversa da tempo una crisi di fiducia, dovuta a una ridotta credibilità dei sistemi sociali, governativi e intergovernativi. Importanti risoluzioni, dichiarazioni e decisioni sono spesso prese senza un vero negoziato nel quale tutti i Paesi abbiano voce in capitolo".
L'ex arcivescovo di Buenos Aires, in tutti questi anni, si è speso per diffondere il multilateralismo diplomatico quale dottrina maggioritaria, potendo peraltro contare sull'applicazione pratica di quello stile, attraverso l'azione del segretario di Stato e cardinale Pietro Parolin.
Poi la stoccata, che ha riguardato appunto la cancel culture e le sue diramazioni: "Come ho avuto modo di affermare in altre occasioni - ha proseguito il vescovo di Roma - , ritengo che si tratti di una forma di colonizzazione ideologica, che non lascia spazio alla libertà di espressione e che oggi assume sempre più la forma di quella cancel culture, che invade tanti ambiti e istituzioni pubbliche". Nel corso di questi quasi nove anni di pontificato, il primo Papa gesuita della storia aveva definito "colonizzazione ideologica" pure la diffusione della cosiddetta "ideologia gender".
Le motivazioni presentate dal Santo Padre sono anche di carattere identitario: " In nome della protezione delle diversità - ha tuonato - , si finisce per cancellare il senso di ogni identità, con il rischio di far tacere le posizioni che difendono un'idea rispettosa ed equilibrata delle varie sensibilità. Si va elaborando un pensiero unico - pericoloso - costretto a rinnegare la storia, o peggio ancora a riscriverla in base a categorie contemporanee, mentre ogni situazione storica va interpretata secondo l'ermeneutica dell'epoca, non l'ermeneutica di oggi", ha chiosato.
Insomma, per Jorge Mario Bergoglio, con la tutela a spada tratta delle cosiddette minoranze, si finisce (o almeno è uno dei rischi) per minare qualunque base tradizionale della cultura
di un popolo. L'artefice di questo progetto di destrutturazione è quello che l'ex cardinale ha chiamato "pensiero unico" senza girarci troppo attorno. Per il Papa il "futuro" va "creato" senza "dimenticare la tradizione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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