"Il Papa a Mosca? Così accelera la guerra"

Gli ambienti vicini al Vaticano si interrogano sulla presa di posizione del Papa sul viaggio a Mosca. E spuntano le critiche: "Così la guerra verrà accelerata"

"Il Papa a Mosca? Così accelera la guerra"

Papa Francesco vuole incontrare Vladimir Putin ma la novità non ha lasciato indifferenti le sacre stanze e gli ambienti limitrofi a piazza San Pietro. Jorge Mario Bergoglio ha svelato le sue intenzioni al Corriere della Sera: "Non abbiamo ancora avuto risposta e stiamo ancora insistendo, anche se temo che Putin non possa e voglia fare questo incontro in questo momento", ha detto il pontefice argentino, che ha anche parlato di "abbaiare della Nato alla porta della Russia".

La novità è geopolitica: se fino a ieri il Santo Padre aveva parlato di "confusione" in relazione al summit con il patriarca ortodosso di Mosca Kirill - l'incontro che doveva svolgersi a Gerusalemme e che è di fatto saltato proprio per il ventilato caos che avrebbe potuto comportare -, adesso il vescovo di Roma ha aperto in maniera decisa ad un bilaterale, per così dire, con lo "Zar". Il fine è la pacificazione del conflitto in Ucraina, com'è ovvio che sia, ma per qualcuno si tratta di un riposizionamento diplomatico.

Dalle parti di Borgo Pio, anche tra gli ecclesiastici, circola qualche perplessità: "Ma di che si meraviglia?", ci chiede una fonte che resta al coperto e che opera presso la Congregazione della missione. "Ormai non possono essere più unite logica e questo papato. Procede per impulso e non pensa alle conseguenze", incalza. In realtà, il successore di Joseph Ratzinger potrebbe anche recarsi a Kiev. Come ha rivelato il segretario di Stato Pietro Parolin, l'ipotesi di una visita apostolica in Ucraina non è mai svanita.

Il professor Roberto De Mattei, presidente della Fondazione Lepanto, ne fa però una questione anche dottrinale: "Se il Papa dovesse andare a Mosca, la guerra non verrebbe scongiurata ma accelerata. Bergoglio - argomenta il vertice dell'ente che ha sede a Roma - ha messo in campo un gesto di portata storica, lo scorso 25 marzo (la consacrazione di Ucraina e Russia al Cuore Immacolato di Maria, ndr). La visita a Mosca - spiega il professore - sarebbe una contraddizione con la consacrazione, che è un atto soprannaturale e che fuoriesce da ogni logica politica. Tant' è - incalza De Mattei - che la segreteria di Stato, nel corso della storia, aveva sempre sconsigliato di compiere un atto del genere".

Poi la critica più diretta: "Nell' intervista al Corriere, il Papa - osserva l'esperto - utilizza il linguaggio della politica che è poi quello che sempre il Papa rimprovera a Kirill. La logica dell' intervista è l'Ostpolitik, dunque il viaggio a Mosca non potrà che essere strumentalizzato in chiave politica". Qualcosa da ridire, il presidente della Fondazione Lepanto, ce l'ha pure nei confronti della pastorale sul conflitto: "Dire che la guerra è terribile, come pastore della Chiesa, non basta. Bergoglio avrebbe dovuto ricordare che la radice della guerra non risiede nella corsa agli armamenti ma nei peccati dell'umanità".

Poi la chiosa, che pure in questo caso ha a che fare con la dottrina: "La Madonna a Fatima non raccomanda d'interrompere il commercio di armi bensì la conversione. Il pacifismo - detto in altre parole - non può scongiurare la guerra".

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