Un biglietto scritto a mano, in alto a destra c’è la data, quella di ieri. In basso, la firma è quella di Papa Francesco. "Luca, caro fratello", inizia così il messaggio indirizzato dal pontefice a Luca Casarini, il capo missione della Ong Mediterranea Saving Humans.
"Grazie per la pietà umana che hai davanti a tanti dolori – scrive Bergoglio - grazie per la tua testimonianza, che a me fa tanto bene". Poi la lettera prosegue con un attestato di solidarietà e il ringraziamento per le attività dell’organizzazione che si occupa di salvare i migranti nel Mediterraneo. "Sono vicino a te a ai tuoi compagni – assicura il Papa - grazie per tutto quello che fate". E, promette: "Vorrei dirvi che sono a disposizione per dare una mano sempre". "Contate su di me", conclude Francesco, augurando una santa Pasqua agli attivisti, sui quali invoca la protezione del Signore e della Madonna.
Nella lunga lettera scritta al Papa nei giorni scorsi, probabilmente consegnata al pontefice dal cardinale canadese Michael Czerny, sottosegretario della Sezione migranti e rifugiati del Dicastero Vaticano per lo Sviluppo umano integrale, l’attivista ha denunciato la condizione dei migranti che in questo momento continuano a mettersi in viaggio nonostante l’emergenza sanitaria in corso. "Stiamo soffrendo pensando ai nostri fratelli e sorelle che si mettono in mare dalla Libia, anche in questi giorni: più di 600, compresi molti bambini, sono stati catturati dalle milizie libiche che si fanno chiamare Guardia Costiera e che gli Stati hanno riempito di soldi per fare questo", si legge nel testo della missiva, pubblicato da Avvenire.
L’appello è anche per la nave Alan Kurdi, che da sei giorni è ferma al largo delle coste siciliane dopo che il governo italiano e quello maltese hanno annunciato la chiusura dei porti per l’impossibilità di assicurare ai migranti di sbarcare in sicurezza. In 150, scrive Casarini, "sono riusciti a raggiungere, assistiti solo dalle loro forze e da Nostro Signore, le spiagge di Lampedusa". "Altri 150 – denuncia - sono a bordo di una piccola nave cui i Governi d’Europa stanno negando un porto d’approdo".
Non solo l’amarezza per le restrizioni dei governi di Roma e La Valletta. Nelle parole di Casarini c’è anche la preoccupazione per"l'aggravarsi delle condizioni di migliaia di persone nei campi di prigionia in Libia e negli accampamenti in Grecia, dove ora incombe la minaccia del coronavirus". Poi il capo missione di Mediterranea paragona i migranti a Gesù. "In questa situazione noi vogliamo tornare in mare il prima possibile – è l’appello - perché il nostro Gesù ha bisogno di aiuto".
Già lo scorso dicembre il Papa si era schierato al fianco delle Ong impegnate nel Mar Mediterraneo, e aveva fatto sistemare in Vaticano un’istallazione composta da una croce e un
giubotto salvagente recuperato in mare nel luglio del 2019 proprio dagli attivisti di Mediterranea, che lo avevano donato al pontefice. Oggi il Papa rinnova la sua vicinanza ai volontari e garantisce: "Contate su di me".
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