Benedetto XVI "sbarca" su Twitter. In pochi minuti dalla diffusione della notizia ufficiale, il suo account Pontifex, ha già svariate migliaia di followers, anche se il Santo Padre ha deciso di non avere following né ha previsto di seguire altri account.
"Per adesso credo che non seguirà nessuno", ha spiegato Greg Burke, media adviser della segreteria di Stato in conferenza stampa. "Ci sarebbero candidati eccellenti, ad esempio eminentissimi cardinali, ma a quel punto ci si può domandare perché seguire anche arcivescovi... può cambiare ma non credo". Come spiega la Santa Sede, la presenza del Pontefice sul social network è "un'espressione concreta della sua convinzione che la Chiesa deve essere presente nel mondo digitale". "La presenza del Papa su Twitter può essere vista come la punta di quell'iceberg che è la presenza della Chiesa nel mondo dei nuovi media", ha sottolineato il Vaticano che è già presente in maniera abbondante in questo ambiente. Numerose le iniziative già attive: dai siti ufficiali di istituzioni e comunità ai blog di personalità del mondo ecclesiale e di singoli credenti. Insomma, la presenza di Ratzinger su Twitter è un ulteriore appoggio agli sforzi di questi pionieri di assicurare che il Vangelo di Gesù Cristo e l'insegnamento della Chiesa cattolica possano permeare quel luogo pubblico di scambio e dialogo che è stato creato dai social media.
"La presenza del Papa vuole essere un incoraggiamento a tutte le istituzioni ecclesiali e ai credenti a porre attenzione nello sviluppare un profilo appropriato per sé e per le proprie convinzioni nel 'continente digitale'", ha spiegato la Santa Sede assicurando che i tweet del Pontefice saranno disponibili a credenti e non credenti per condividere, discutere e incoraggiare il dialogo. "C'è da sperare che i brevi messaggi del Papa e i messaggi più completi che essi cercheranno di portare in sé - hanno spiegato - sollevino domande per gente di differenti Paesi, lingue e culture". A Radio vaticana Antonio Spadaro, direttore di Civiltà cattolica, ci ha tenuto a far notare che il 3 dicembre 2012 si connette idealmente al 12 febbraio 1931, quando Pio XI lanciava il suo primo messaggio via radio, attraverso la Radio Vaticana. Il gesuita, pioniere in Italia della riflessione sul rapporto tra fede e internet, ha creato il blog Cyberteologia. "Non è l’adeguarsi all’ultima novità del momento - ha spiegato Spadaro - è, al contrario, una delle conseguenze ovvie del modo in cui la Chiesa negli ultimi decenni, almeno da Pio XI, ha inteso il suo rapporto con la comunicazione".
Nel messaggio per la 46ma Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, Benedetto XVI, pur senza citare espressamente Twitter, ha scritto che "nella essenzialità di brevi messaggi, spesso non più lunghi di un versetto biblico, (e qui il riferimento mi sembra evidente) si possono esprimere
pensieri profondi se ciascuno non trascura di coltivare la propria interiorità". "Questa quindi - ha chiosato Spadaro - è la chiave giusta di lettura, di interpretazione, coltivare la propria interiorità".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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