Il Papa tuona ancora contro la xenofobia e il nazionalismo

Papa Francesco, a colloquio con i gesuiti, mette ancora al riparo il mondo dalla proliferazione delle ideologie nazionaliste. Ancora un richiamo alla costruzione di "ponti"

Il Papa tuona ancora contro la xenofobia e il nazionalismo

Papa Francesco ha posto ancora un accento sulla pericolosità derivante dalla diffusione della xenofobia e, più in generale, delle ideologie nazionaliste. Si tratta di toni che il Santo Padre ha già usato anche per mezzo di documenti ufficiali. La linea non cambia. Jorge Mario Bergoglio ha scelto ancora queste argomentazioni per un incontro privato, che il vescovo di Roma ha tenuto con alcuni suoi confratelli gesuiti. L'occasione è arrivata grazie ad un'iniziativa di carattere internazionale, cui prenderanno parte i membri della Compagnia di Gesù che hanno avuto modo di ascoltare le parole pronunciate dall'ex arcivescovo di Buenos Aires.

Stando a quanto riportato pure dall'Agi, il pontefice argentino ha sottolineato come stiano dilagando "le espressioni di xenofobia e la ricerca egoistica dell'interesse nazionale". Il pontificato di Jorge Mario Bergoglio è sempre stato chiaro sulla necessità di contrastare questi fenomeni mediante una dialettica aperta. Proprio ieri il Santo Padre ha indicato l'atteggiamento corretto: quello finalizzato a tendere la mano anche a chi non crede o crede in qualcosa di diverso dal cristianesimo cattolico. Niente chiusure, insomma, bensì "ponti" da edificare per raggiungere tutti. Un'espressione che Papa Francesco ha usato anche in questa sua ultima disamina. Ma il Papa ha anche individuato le cause della proliferazione della xenofobia e del nazionalismo.

Secondo la visione portata avanti dal vertice della Chiesa cattolica, infatti, uno dei problemi principali è rappresentanto dalla "disuguaglianza tra Paesi e al loro interno cresce che si trovi un rimedio".

Anche le ingiustizie sociali svolgono un ruolo decisivo. Opporsi alla costruzione dei "muri", per il pontefice, è uno dei modi di ostacolare la propagazione di questi sentimenti etichettati come tanto egoistici quanto temibili.

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