"L'ho picchiato perché non mi piaceva la sua maglietta". Quel motto "Belli come la vita, neri come la morte" gli sembrava 'fascista' e avrebbe giustificato la violenza. Anche fosse giusto picchiare un fascista, l'aggressore - evidentemente - non sapeva e non sa che quello è un motto dei paracadutisti.
Il tutto si è svolto a Perugia, e al Tribunale ieri si è tenuta l'udienza per ascoltare testimoni e diretti interessati. Una storia assurda, ma reale. Un uomo sta tranquillamente passeggiando in città con la sua maglietta dei parà, quando l'aggressore lo nota a bordo della strada. "Quando l'ho notato alla fermata dell'autobus - ha detto in aula, rioportato da Perugia Today - ho deciso di fare inversione con l'auto per andarlo a picchiare". Senza se e senza ma.
A farlo andare fuori di testa sarebbe stato quel motto sulla maglietta nera. Pensava fosse fascista, e invece è solo il motto dei paracadutisti.Come paracadutista è la vittima. L'udienza ora è stata rinviata per la discussione.
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