Mentre i commercianti rischiano di tirare giù il bandone, ora la Toscana spende soldi per i prodotti omeopatici. 120mila euro l’importo della gara d’appalto “finalizzata alla conclusione di un Accordo Quadro multi fornitore per la fornitura di prodotti omeopatici occorrenti alle Aziende Sanitarie della Regione Toscana” come si legge sulla pagina del Sistema Telematico Acquisti Regionale. Non proprio una cifra irrisoria, considerando il periodo in cui si trova l’Italia, messa in ginocchio economicamente dalla pandemia di Coronavirus. Eppure, nella regione rossa le risorse sembrano non mancare. Certo, negli ultimi mesi l’emergenza Covid ha messo a nudo tutti i problemi di una sanità che ha un reale bisogno di essere potenziata. Scarna di medici, neo laureati, reparti di terapia intensiva, macchinari specifici. Ma non di medicinali omeopatici. Non adesso. Non in un momento in cui al primo posto vi è un’allarme nazionale e mondiale che ha rischiato di far crollare il sistema sanitario e ora, rischia di far morire l’economia di un intero Paese. Un’allarme che non deve essere dimenticato adesso che i contagi dell’epidemia stanno, a poco a poco, diminuendo e per il quale ogni risorsa potrebbe essere fondamentale. Ma in Toscana, il governatore Enrico Rossi ha pensato di investire le proprie risorse in altro. Il via alla gara d’appalto è stato dato il 29 maggio, mentre, la procedura scadrà il prossimo 15 giugno, termine entro il quale i soggetti interessati potranno presentare le loro offerte.
É tutta una questione di priorità e a quanto pare alle Regione a guida Pd è sembrato più urgente spendere soldi in prodotti omeopatici che aiutare gli amministratori locali che, appena un mese fa, hanno tirato un grido d’allarme chiedendo al governo di essere aiutati in una situazione che si stava rivelando a dir poco drammatica. “Firenze ha 200 milioni di euro di deficit ed altre città ce l'hanno ancora più̀ alto”, aveva dichiarato il sindaco di Firenze Dario Nardella che, in diretta su Radio Bruno, si era persino sbilanciato in una minaccia che aveva il sapore amaro di una chiara provocazione al governo Conte, “sto valutando addirittura l'ipotesi di non accendere l'illuminazione pubblica perché́ incide per diversi milioni di euro”. Eppure, in quel caso, la giunta Regionale non era riuscita a soccorrere il capoluogo che, da sempre, grazie al suo patrimonio artistico e culturale vede nel turismo una forte fonte di guadagno e che oggi si ritrova con la metà delle attività del centro storico che non riescono a riaprire i propri locali, svuotati dei propri clienti e obbligati a pagare affitti da capogiro. Eppure, per loro, la Regione non ha mosso un dito. Non un centesimo è stato speso per aiutare i propri imprenditori. I soldi sono stati messi a disposizione delle aziende che producono prodotti omeopatici.
A segnalare il paradosso, qualche giorno fa, era stato Paolo Marcheschi. “La Regione Toscana ha deciso di spendere 120 mila euro per l’acquisto di prodotti omeopatici. Tanti soldi pubblici che potrebbero servire a combattere il Coronavirus vengono, al contrario, sperperati” aveva dichiarato il consigliere regionale di Fratelli D’Italia. Il cinque di giugno Marcheschi aveva persino insinuato che la mossa fosse una delle tante “marchette elettorali per strizzare l'occhio ad un mondo che di fatto tradisce le urgenti necessità della Sanità Toscana.”
Lo stesso giorno sul portale della Regione che ospita il bando per la gara d’appalto ecco apparire una comunicazione: “Si comunica che a seguito di verifiche sui fabbisogni l' importo dell'accordo quadro è ridotto a 60.
000 euro e si precisa inoltre che l' acquisto dei prodotti omeopatici è limitato all' utilizzo all' interno di presidi ospedalieri identificati e opportunatamente autorizzati”, scrive la Dr.ssa Antonietta Ferrara del Dipartimento Acquisizione beni e servizi ESTAR e Dirigente U.O.C Farmaci e Diagnostici. D’un tratto e appena dopo la sparata dell’opposizione l’importo è dimezzato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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