"Se lui cade, vi uccidiamo": Così i rom minacciano i bambini nella scuola"

Gli zii di un bambino rom, studente di una scuola elementare del padovano, hanno minacciato alunni e maestre durante la pausa ricreativa sostenendo che il nipote fosse stato strattonato dai compagni di classe

Foto di repertorio
Foto di repertorio

"Sei il bimbo si fa male ancora, vi ammazziamo". Con queste parole, i parenti di un bambino rom hanno minacciato i piccoli studenti di una classe elementare, accusati di aver fatto cadere il nipotino durante l'ora di ricreazione nel parchetto antistante la scuola.

I fatti risalgono a ieri mattina, nell'istituto di scuola primaria Dante Alighieri, in località San Giorgio in Bosco (Padova). Stando a quanto riferisce l'edizione odierna de Il Gazzettino, l'episodio si sarebbe consumato durante la pausa per la merenda, pressapoco alle 10. Così, mentre la giovane scolaresca si intratteneva nell'area giochi del cortile, due romeni, zii di uno dei bambini della classe, hanno attraversato i cancelli di accesso alla struttura minacciando una strage.

"Se il bimbo cade ancora, vi ammazziamo", avrebbero urlato contro i bambini rei, a dir loro, di aver spintonato il nipotino fino gettarlo in terra. In preda ad una furia cieca, i due si sono scgliati verbalmente anche contro le maestre che, spaventate dalla circostanza, hanno allarmato le Forze dell'Ordine. Giunti in loco, i carabinieri delle Stazione di Cittadella, hanno denunciato i due aggressori per minacce.

Si tratta di un uomo si 40 anni e una donna di 25, nati a Schio ma residenti nel campo nomadi di Cittadella che, periodicamente, fanno visita ad alcuni familiari che vivono in una roulotte piazzata in un parcheggio della zona industriale di San Giorgio in Bosco.

"Hanno fatto bene ad arrabbiarsi i miei parenti" - ha dichiarato la mamma del bambino rom ai microfoni di TG Vicenza – Non è la prima volta che mio figlio viene preso a calci dai suoi compagni di classe". Ma la versione fornita dalle insegnanti e dagli altri studenti, sarebbe ben diversa. A quanto pare, i due avrebbe urlato come indemoniati e la loro furia non si sarebbe placata neanche all'arrivo dei carabinieri.

Sulla vicenda si è espressa anche l'assessore veneto all'istruzione Elena Donazzan."Siamo difronte ad una vera e propria spedizione punitiva da parte di una famiglia Rom per difendere un loro caro. - afferma - Situazioni come queste rappresentano un grave precedente, una minaccia che va condannata con fermezza per prevenire strascichi o reiterazioni. I minori a difesa dei quali è scattata questa ritorsione dovrebbero essere allontanati dalla famiglia, dimostratasi violenta e diseducativa".

Decisamente meno dura la posizione del sindaco di San Giorgio in Bosco Renato Roberto Miatello "Si tratta di un episodio che condanno, ovviamente - ci dice il primo cittadino del piccolo comune padovano -ma vorrei che rimanesse tale. La scuola si è tutelata facendo una segnalazione alla Procura della Repubblica ma quello che conta, adesso, è ripristinare la normalità. Stiamo lavorando affinché i bambini ritornino ad essere sereni.

Abbiamo spiegato che non devono avere paura che possa accadergli qualcosa ma che si è trattata solo di una sfuriata di un adulto. Noi abbiamo il compito di educare e formare i bambini. Ed è questo che continueremo a fare".

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