Parigi vieta il corteo anti islam. Ma black bloc liberi di distruggere

Il prefetto di Parigi ritira l'autorizzazione al corteo "Contro gli islamisiti" di Generazione Identitaria. L'assalto dei black bloc alla sede di Gi

Parigi vieta il corteo anti islam. Ma black bloc liberi di distruggere

Il vetro infranto, il muro sporco di rosso, lo spray al peperoncino. E poi le mazze, un martello, un manganello, spranghe e bastoni. Siamo a Parigi, in una via non lontana dalla fermata della metro Motte-Picquet. L'orologio segna le 22 di venerdì sera. Un gruppo di giovani appartenenti a "Generazione Identitaria" sta bevendo una birra in quella che diventerà la loro nuova sede. Succede tutto in pochi minuti: un commando di black Bloc francesi assalta i militanti che il giorno successivo avrebbero voluto manifestare contro gli islamisti.

Il raid dei black bloc

"Potevano fare una carneficina", racconta al Giornale.it Lorenzo Fiato, presidente della sezione italiana della formazione internazionale diventata famosa per la missione "Defend Europe" contro le navi delle Ong nel Mediterraneo. Lorenzo era lì nel momento dell'attacco. Con lui altri 21 attivisti da Roma, Milano e Torino. "Eravamo a Parigi per partecipare alla manifestazione di sabato contro i crimini degli islamisti e per ricordare i nostri morti", spiega. "La sera prima siamo andati nella nuova sede dei francesi, non ancora pronta né ufficiale. In teoria nessuno dovrebbe sapere dove si trova. Stavamo solo bevendo qualche birra e chiacchierando del corteo del giorno successivo". Intorno alle 22 l'inaspettato assalto. "Ero uscito per fare una foto e appena ho messo piede fuori mi sono accorto di circa 20 persone, tutte incappucciate e armate, che correvano verso di noi urlando e spruzzandoci addosso spray al peperoncino. Ci siamo barricati dentro cercando di bloccare la porta. Abbiamo fatto da scudo alle ragazze nascondendole dietro il bancone o in bagno. Sono stati momenti di grande tensione".

Un video (guarda in esclusiva) ripreso da un passante mostra i momenti salienti del raid. I black bloc sono vestiti di nero e con il volto coperto. Irriconoscibili. In mano portano grossi martelli, bastoni di legno, bombolette, catene e spranghe (guarda le foto). "Hanno iniziato a distruggere i vetri con i martelli - continua Fiato - e ci spruzzavano dentro lo spray al peperoncino. Il gas irritante ci stava quasi accecando".

Barricati nel ristorante

All'interno della sede rimangono intrappolate circa 20 persone, sette sono italiani. Tra loro anche sei ragazze. La spedizione punitiva dura circa cinque minuti, forse dieci. "Quando si sono fermati, ci siamo accorti di non essere tutti". All'appello manca il fratello di Lorenzo, costretto a rifugiarsi in un ristorante vicino per evitare di essere pestato. "Ha dato un calcio a uno degli antagonisti e poi si è barricato nel locale. Un signore lo ha aiutato a tenere chiusa la porta. I black bloc volevano entrare per fare una carneficina".

Gli identitari hanno cercato di rincorrere gli assalitori, che però si sono dispersi per le vie parigine dividendosi in piccoli gruppi. Sul posto è arrivata la polizia insieme ad un'ambulanza. Il luogo è stato recintato e protetto da camionette delle forze dell'ordine in tenuta anti-sommossa. Resta da capire come abbiano fatto gli antagonisti a scoprire il luogo della sede. "Forse hanno seguito qualcuno", ipotizza Fiato. "Di certo è stato un attacco con metodo mafioso e tutto ci fa pensare sia stato fatto apposta per far saltare la manifestazione indetta contro l'islamismo".

Annullato il corteo anti-islamisti

E infatti il prefetto di Parigi la sera stessa ha annullato il corteo di destra. Non lontano dal luogo prescelto dagli identitari, gli antafascisti francesi avevano organizzato una contro-manifestazione e le autorità temevano possibili scontri. "Avevamo consegnato tutti i documenti per l'autorizzazione mesi fa - si lamenta Fiato - ma da giorni circolava voce che le autorità volessero impedirla. Adducevano motivazioni di sicurezza, ma non c'era alcun motivo. L'assalto dei black bloc gli ha fornito il pretesto perfetto...". Inutili i ricorsi presentati dagli avvocati: gli attivisti di Gi sono rimasti tutto il giorno asserragliati nella sede distrutta, protetti dalla polizia. Solo un piccolo gruppo è riuscito a realizzare un picchetto di fronte al Bataclan, il luogo simbolo delle stragi islamiste in Francia.

"Le autorità stanno facendo il gioco dei violenti lasciandoli liberi di girare per le capitali europee indisturbati - attacca Umberto Actis, vicepresidente di Gi - mentre giovani patrioti non hanno diritto di manifestare civilmente".

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