Salvatore Parolisi, assassino e marito della 29enne Melania Rea, giunto a metà della pena, dopo 9 anni di carcere, può adesso usufruire dei permessi premio.
Parolisi e i permessi premio
Non essendo infatti ritenuto socialmente pericoloso, ha diritto, come previsto per legge, ai permessi premio. Come sottolineato da Il Messaggero, secondo i suoi legali, Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, l’uomo non avrebbe ancora presentato la domanda al magistrato di sorveglianza. Starebbe quindi aspettando.
Michele Rea, il fratello di Melania, alla notizia ha così commentato: “Credo che chiunque dopo tutti questi anni rinchiuso, alla prima occasione utile faccia immediatamente richiesta per poter usufruire dei permessi premio anche se mi auguro con tutto il cuore che il giudice non glieli conceda. Da quando abbiamo saputo che potrebbe uscire dal carcere anche solo per qualche ora non facciamo altro che pensare a questo. La giustizia ha dei vuoti che andrebbero colmati. È inammissibile pensare che si possa togliere con tanta ferocia la vita a una persona e dopo così poco tempo tornare a condurre più o meno una vita normale, perché è questo che succederà”.
Il terribile omicidio
Era il 18 aprile del 2011 quando l’ex caporal maggiore aveva ucciso la moglie Melania con 35 coltellate. Parolisi, che ai tempi aveva un’amante, era stato inizialmente condannato con rito abbreviato all’ergastolo, pena che in Appello era poi diventata di trent’anni. Il ricorso in Cassazione aveva poi ridotto ulteriormente la carcerazionela a 20 anni, eliminando l’aggravante della crudeltà. Ritenuto in questi anni un detenuto modello, Parolisi ha anche approfittato della permanenza in carcere per studiare e laurearsi in Giurisprudenza. Prima o poi farà richiesta degli permessi premio e gli verranno sicuramente concessi. Lo stesso non si può invece dire della potestà genitoriale, persa per sempre. La figlia, che ai tempi dell’omicidio aveva solo 18 mesi ed era in macchina quando è stata uccisa la sua mamma, adesso è una ragazzina di 11 anni che ha deciso di allontanarsi anche dai nonni paterni.
Il fratello di Melania non crede comunque che l’uomo si presenterà alla figlia una volta uscito dal carcere. Michele Rea ha sottolineato che “per mia nipote noi ci siamo sempre stati e sempre ci saremo. C'eravamo noi il suo primo giorno di scuola. E nessun altro. Per lei non è facile, non sa tutta la verità. I pezzi della sua vita arriveranno col tempo e con l'aiuto delle psicologhe”. L’uomo si è detto indignato all’idea che l’assassino di sua sorella possa usufruire di permessi premio.
“Posso solo dire che l'ergastolo lo abbiamo preso noi e non lui che se lo meritava per quello che ha fatto a mia sorella. Melania a noi non ce la restituirà nessuno e noi adesso, dopo 9 anni, rischiamo di vederlo già fuori” ha concluso l’uomo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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