Papa Francesco ha deciso di celebrare la Santa Messa in coena Domini del Giovedì Santo, con il tradizionale rito della lavanda dei piedi, insieme agli immigrati che sono ospitati in una struttura romana. Dopo essere stato in un carcere minorile, in un centro per anziani e l'anno scorso a Rebibbia, il Pontefice ha deciso quest'anno, per la celebrazione che avverrà il prossimo 24 marzo, di rivolgere uno speciale gesto di attenzione ai rifugiati e agli immigrati.
Dov'è Dio, ci si chiede tutti, quando si vedono "'quattro sorelle trucidate (le suore di Madre Teresa uccise in Yemen) che servivano per amore, e sono finite trucidate per odio?". Dov'è Dio, ci si chiede ancora, quando si vedono le porte chiuse in faccia "ai profughi e si lasciano fuori, all'aria, con il freddo?". Sono le stesse domande che Papa Francesco si è posto nell'omelia di oggi alla Domus Santa Marta, nella quale si è soffermato sul mondo in cui viviamo, "crudele, pieno di valli oscure", dove i bambini muoiono di malattie rare, i cristiani vengono perseguitati e i poveri soffrono fame e freddo morendo come un barbone a Roma neanche tre giorni fa. L'unica risposta che ha dato il Papa è affidarsi nelle mani del Signore. E commentando le letture della liturgia di oggi, il Santo Padre ha ricordato la figura della casta Susanna, che "preferì affidarsi a Dio e morire nonostante la sua innocenza". "Nonostante - ha aggiunto - si domandasse dove era in quel momento Dio e se veramente camminasse con lei".
Allo stesso modo questo è il sentimento dell'uomo di oggi, che si interroga e la risposta a queste domande la si può ritrovare nella vicenda di Gesù al Getsemani quando afferma: "Padre, questo calice, no. Ma si faccia la Tua volontà". "Perché - ha concluso Bergoglio - sa che non finisce tutto con la morte e con l'angoscia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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