C'è sempre un giorno dopo la tempesta. E nella base di Luna Rossa Prada Pirelli non è esattamente di quiete: le ragazze condotte da Giulia Conti sono in testa alla Puig Women America's Cup e a dar forza al team sono arrivati Miuccia Prada e Patrizio Bertelli. Al mattino una lunga riunione con il team, nel pomeriggio un incontro con la stampa. «Luna Rossa ci sarà ancora» è la promessa fatta, si può dire in coro, da Patrizio Bertelli, Max Sirena, Marco Tronchetti Provera. Il team va avanti, dopo la sconfitta nella finale Louis Vuitton Cup ci sarà una prossima sfida per la America's Cup numero 38, l'ottava per Patrizio a prova di una passione che ha superato i confini della storia, sir Thomas Lipton è arrivato a 5. Forse l'ultima sconfitta è stata anche la più sonora - per tutti Luna Rossa era ed è la barca più veloce in campo - ma anche la più serena per come è stata accolta con spirito sportivo. Max Sirena: «Ringrazio Patrizio per la rinnovata fiducia», Marco Tronchetti Provera: «Pirelli ci sarà. Nei dettagli è presto per definire come, ne parleremo con Patrizio e Max ma daremo il nostro supporto».
Patrizio Bertelli, ha già delineato il futuro di Luna Rossa? «Si va avanti: Max Sirena resta il leader del team, per Francesco Bruni ci sarà un posto nella nostra famiglia come coach. Abbiamo tanti giovani a cui trasferire l'esperienza e insegnare tutto quello che ha imparato in questi anni. Abbiamo un serbatoio di giovani che nessun altro team ha a disposizione con il talento di Marco Gradoni, Gigi Ugolini e le medaglie d'oro di Ruggero Tita. Da mercoledì prossimo i giovani che hanno vinto la Unicredit Youth potranno provare. Rimettiamo in mare Luna Rossa proprio per loro».
È vero che James Spithill lascia e si dedica a Sail GP, lo farà anche Luna Rossa? Siete voi il suo sponsor?
«Non so se è un addio, sono cose dette a caldo. Fa parte del nostro gruppo di lavoro, vediamo cosa penserà tra qualche mese. Noi non faremo il Sail GP in prima persona, in passato abbiamo capito che distrae il team».
Avete fatto un esame della vostra sconfitta?
«Avevamo la barca più veloce, invidiata dagli altri team. Direi che è la più veloce di tutte le mie sfide, nelle ultime due settimane qualcosa è andato storto. Ci è mancato l'ultimo miglio. Forse la necessità di essere aggressivi ci ha condizionato e fatto fare qualche scelta sbagliata come il fiocco».
Pensa che Ineos Britannia sia un Cor debole?
«Nel 2017 abbiamo esercitato il nostro ruolo: ci siamo chiusi in una stanza per una settimana con Team New Zealand e alla fine è scaturita la regola dell'AC75 che funziona. È importante che ci sia stabilità per attrarre nuovi team e per lo spettacolo, la competizione».
Lei era un fautore anche della vela più tradizionale.
«Io navigo con le barche d'epoca (ne ha una vera collezione, ndr) e mi piace farlo. Ma questo è un altro spettacolo, altra velocità. Altri atleti con nuovi riflessi. Non ci mettono minuti per una strambata, sono pochi secondi».
Si dice che Ineos Britannia abbia nel team almeno 200 persone, Luna Rossa 140.
«Direi che in questi tre anni abbiamo costruito un team forte con giovani ed esperti, che sa lavorare con passione e senso di appartenenza anche nella parte tecnologica. Abbiamo una piattaforma di persone per ripartire per la prossima sfida».
Ha delle preferenze su dove sarà in futuro la Coppa tra Jeddah, Barcellona e Southampton?
«No, ovunque sia ci va bene, aspettiamo a vedere chi vince. Qualcuno ha parlato di una edizione nel 2026, ma mi pare troppo presto. Non si darebbe tempo a nuovi team di prepararsi. Quindi direi che è meglio il 2027. Per me una bella scoperta sono stati gli AC40 che sono in grado di dare un spettacolo interessante».
È contento delle sue Luna Rossa?
«Sì. Grazie a noi negli ultimi 25 anni l'Italia è passata dalla periferia al centro della vela mondiale».
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