Il bollettino dei contagi di questi ultimi giorni e le proiezioni di qui a quattro-sei settimane (cioè fino a Ferragosto e di lì a fine mese), cominciano a seminare la stessa ansia che abbiamo avuto durante le diverse ondate della pandemia. Questa volta, ci dicono, è tutto diverso perché il piano vaccinale contiene gli effetti del virus entro limiti tollerabili sia per la salute, sia per il sistema sanitario. Tuttavia sembra che a breve, a seconda di dove siamo o di dove andiamo, potremmo avere di nuovo bisogno della mascherina anche all'aperto. Il triste revival potrebbe riguardare, in certe zone, perfino il coprifuoco. Tutto ciò può avere nuove e nefaste conseguenze.
Il primo assaggio lo abbiamo sotto gli occhi in queste ore. Sono le notizie di cancellazioni e di rallentamento nelle prenotazioni di vacanze da parte di turisti interni, oltre che stranieri. A queste si aggiungono i green pass o le ipotesi di nuove ordinanze per limitare o condizionare presenze e spostamenti, tanto in alcune località come le isole, quanto in determinati luoghi quali i ristoranti. La possibilità di un ritorno imminente alle regioni colorate completa un quadro che rischia di innescare un nuovo circolo vizioso di aspettative negative. Secondo la Fiavet (l'associazione delle agenzie di viaggio) nell'ultima settimana le richieste di prenotazioni sono crollate del 50% su quella precedente.
Dentro a questa cornice la parola «accelerazione», utilizzata nell'ultimo Bollettino di Bankitalia per le stime del Pil di quest'anno, rischia di trasformarsi nel suo opposto, in quel «rallentamento» che sarebbe disastroso. E qualcosa, purtroppo, si è già visto: a guardare in avanti sono sempre i mercati finanziari, le Borse, che investono e vendono sulla base di aspettative future: Piazza Affari ha toccato il suo record il 7 giugno scorso. Da allora, in sei settimane, l'indice è tornato solo indietro e nelle ultime 5 sedute ha perso il 2,3%. Se questa tendenza dovesse essere confermata nella settimana che inizia oggi, sarebbe un pessimo segnale per le aspettative di medio termine. Il clima positivo di euforia economica che si è creato in questi ultimi tre mesi troverebbe un ostacolo improvviso proprio alla vigilia dell'autunno, e cioè del quarto e decisivo trimestre di quest'anno.
Speriamo che l'efficacia dei vaccini, e la consapevolezza generale che bisogna farli, renda
tutto ciò solo un cattivo pensiero. Ma, certo, se nelle prime ondate della pandemia la speranza era rappresentata dalla scoperta dei vaccini, purtroppo ora abbiamo di fronte l'insipienza dei no vax. Una realtà ben peggiore.
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