Pensioni, ecco i trucchetti usati dai sindacalisti per triplicarsele

La Corte dei Conti interviene per bloccare le pensioni gonfiate dei sindacalisti. Ma i privilegi già in essere non si possono toccare

Pensioni, ecco i trucchetti usati dai sindacalisti per triplicarsele

Fare il delegato sindacale è un'occupazione a parte o aggiuntiva? È attorno a questo busillis che ruota la sentenza 491/2016 della Corte dei Conti, secondo la quale il ruolo sindacale non è un'occupazione fissa ma temporanea. Una decisione che ha scatenato la reazione del mondo sindacale e in primis del segretario della Cisl Carmelo Barbagallo, il quale ha dichiarato che i trucchi - consentiti dalla legge, per carità - con cui i sindacalisti riescono ad aumentarsi la pensione fino al triplo "oggi si considerano privilegi, ma un tempo erano solo delle conquiste".

Ma perché è così importante la decisione della Corte dei Conti?

In pratica, qualche tempo fa un ex insegnante in pensione con un passato da dirigente sindacale aveva presentato ricorso alla magistratura contabile per lamentarsi della parziale valorizzazione della contribuzione "aggiuntiva", a lui versata per il lavoro svolto da "dirigente sindacale nazionale".

Come si è chiesto il Corriere della Sera, il calcolo dell'ammontare della pensione, il lavoro da sindacalista svolto dall'insegnante va ritenuto "fisso e continuativo" o "provvisorio"? Se la Corte avesse dato la prima risposta, all'insegnante in pensione si sarebbe dovuto raddoppiare il vitalizio, altrimenti aumentare solo in maniera parziale.

Alla fine, la Corte dei Conti ha abbracciato la seconda corrente di pensiero. Decisione presa in virtù della particolare situazione dell'insegnante, che soltanto qualche tempo prima di smettere di lavorare aveva visto addirittura quadruplicare la sua retribuzione, passata da 2 mila a 8 mila euro.

Un tentativo maldestro di vedersi aumentata la pensione in modo esponenziale.

Tuttavia, il caso dell'insegnante sindacalista non è il solo in Italia. In base a uno studio realizzato dall'Inps su un campione di 119 pensioni decorrenti dal 1997 al 2016, risulta che facendo inserire i controbuti in più nella quota "A" anziché nella quota "B", qualcuno si è visto aumentare la pensione del 50 per cento: uno addirittura del triplo (da 39.282 a 114.275 euro).

Uno scandalo tutto italiano, a cui il Ministero del Lavoro guidato da Giuliano Poletti ha risposto chiedendo tempo per intervenire con una nuova norma per limitare i "furbetti del sindacato". Che anziché chiedere scusa per gli abusi compiuti nel recente passato, come Barbagallo attaccano l'Inps e soprattutto il suo presidente Tito Boeri.

Il quale incassa l'attacco del segretario confederale della Cisl Gigi Petteni: "È normale che

in un Paese in cui l’Inps dovrebbe vergognarsi di alcuni disservizi il suo presidente abbia come unico hobby quello di rompere le scatole ai sindacati?". Si attende una decisa risposta del governo: ma per ora tutto tace.

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