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Perché oggi non posso dirmi antifascista

Povero 25 aprile, finito nelle mani di una giovane arrestata per presunte violenze dopo essere stata condannata più volte per violenza e di un intellettuale di seconda fascia in cerca di gloria

Perché oggi non posso dirmi antifascista

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Povero 25 aprile, finito nelle mani di una giovane arrestata per presunte violenze dopo essere stata condannata più volte per violenza e di un intellettuale di seconda fascia in cerca di gloria. Purtroppo non da oggi il ricordo della giornata della Liberazione è diventato una baraccata, sta a quel giorno del 1945 come il gay pride sta ai diritti degli omesessuali: cose serie buttate in farsa.

Come ha ben spiegato ieri su queste colonne Filippo Facci, non c'è alcuna relazione tra il dichiararsi antifascista e l'essere o non essere fascista, perché il termine antifascista ha perso il suo significato originale per diventare sinonimo di tutto ciò che è di sinistra. In questo senso io non mi dichiaro antifascista perché non voglio e non posso fare parte dello stesso club che in ordine sparso: odia chi non la pensa come lui; spacca la testa a poliziotti e carabinieri impegnati a difendere le libertà di tutti; solidarizza con i terroristi di Hamas e con chi nega il diritto all'esistenza dello Stato di Israele; spera che Putin faccia terra bruciata di ciò che resta dell'Ucraina; ritiene illegittimo un governo, l'attuale, democraticamente eletto e si accanisce con violenza contro la prima donna nominata presidente del Consiglio nella storia della Repubblica.

Io con questa marmaglia illiberale non voglio averci nulla a che fare e trovo ipocrita e pericoloso etichettare le persone: in casa mia comanda un cane ma non sono animalista, sono felice che mia moglie lavori tanto e più di me ma non sono femminista, passo il mio poco tempo libero nella natura ma non sono ambientalista. In altre parole, a costo di apparire presuntuoso, provo a ragionare con la mia testa senza intrupparmi in eserciti di cui disconosco autorità e valori e che hanno obiettivi occulti assai meno nobili di quelli dichiarati.

Il più delle volte sono i dettagli a svelare la vera natura degli uomini. Succede che mister 25 aprile, Antonio Scurati, si sia rifiutato di parlare ai microfoni della trasmissione «Diritto e Rovescio» di Paolo Del Debbio (il giornalista più liberale in circolazione) al motto di «voi non mi piacete». Legittimo, ovviamente, ma molto fascista, sia nei toni sia nella sostanza.

Viva il 25 aprile, ma quello del 1945.

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