Perché gli Usa parlano solo ora del caso Wuhan

Il Covid 19 è stato micidiale, ma la politica è peggio. Il silenzio interessato e cinico della Cina sulle origini del virus porta la responsabilità di ritardi e morti

Perché gli Usa parlano solo ora del caso Wuhan

Il Covid 19 è stato micidiale, ma la politica è peggio. Il silenzio interessato e cinico della Cina sulle origini del virus porta la responsabilità di ritardi e morti, ma quello dell'Occidente e degli Usa in primis, con il marchio della convenienza e dell'opportunità politica, ha fatto il resto. Adesso Trump non c'è più e Biden può avanzare il sospetto che il Covid 19 sia stato originato da esperimenti militari in un laboratorio di Wuhan. In modo astuto, chiede all'intelligence un dossier per mettere assieme gli indizi, prima di affermare quello che i Servizi segreti di mezzo mondo hanno evidenziato da almeno 18 mesi. Per aiutare Biden, che guida un Paese libero, alleato dell'Italia dal dopoguerra, vorrei mettere a sua disposizione almeno il dossier che abbiamo raccolto e pubblicato su Tgcom24, che parte dal 24 gennaio 2020. Troverà (e con lui tutti i lettori che lo desiderano) anche un mio video, con le notizie essenziali che non sono state mai smentite con prove concrete in 18 mesi. Perché la scienza - come dicono gli scienziati - si fonda sulle prove, non su ipotesi, ma le informazioni e la velocità di comunicazione sono essenziali per raccogliere le prove. E le informazioni in mio possesso dal 25 gennaio 2020 non mi erano apparse in un incubo notturno, ma mi erano state fornite proprio da quelle fonti di intelligence alle quali oggi si chiedono notizie. E non erano fonti univoche, ma di diversi Paesi: Usa, Israele, Australia, Taiwan, sapevano e sospettavano e avevano parlato con informatori cinesi, anche tecnici di Wuhan. E, in Europa, almeno Francia e Gran Bretagna sapevano e i servizi segreti tedeschi avevano informato di qualche sospetto la signora Merkel. Dell'Italia del gennaio 2020 non so dire, perché eravamo politicamente soggiogati dal corteggiamento di Pechino, però voci importanti del centrodestra - da Berlusconi a Tajani a Salvini - la questione l'avevano sollevata, anche a Bruxelles, dove scoppiò una polemica a proposito di una grave autocensura.

Usiamo la memoria che ci è stata fornita in dotazione. Notizie e dossier sul virus da laboratorio sono uscite sul Washington Post e su altra stampa americana e, via via, fino al WSJ, alla Fox, alla Nbc. E sono stati pubblicati, nel corso dell'anno, i pareri del professor Montaigner (che ha lavorato a Wuhan) e i dossier di Le Monde e Le Figaro e le pubblicazioni (una tra le prime, l'altra ieri) del Daily Mail e infine la Cnn, con «il vaso di Pandora a Wuhan». Caro presidente, non si fidi solo di me, legga tutto e vedrà che le sue fonti di intelligence - e anche molte altre - hanno lavorato molto bene. Solo che i governi, ai quali fornivano tempestivamente le informazioni (molto prima che a Tgcom, mi creda) tacevano. Mentre le Big Pharma facevano gli occhi come li ha disegnati quasi un secolo fa Walt Disney per Zio Paperone, con il simbolo del dollaro sulle pupille. E gli scienziati continuavano con il mantra del virus naturale, senza portare l'ombra di una prova, neppure un animaletto secondario, in grado di giustificare il salto diretto di specie. Tutti aggregati al carrozzone dell'Organizzazione mondiale della sanità, che nasce come un organismo Onu ed è diventato dipendente soprattutto dai finanziamenti cinesi, con il suo capo, il biologo eritreo. Infine, anche l'Oms, sparito Trump, ha cominciato a coltivare il dubbio: non ci sono prove certe che l'origine sia soltanto naturale e, da lì, virologi e infettivologi a valanga a ripetere il ritornello del «forse, chissà».

Ora, anche Biden vuol fare la sua parte, ricominciando esattamente da dove avevano fermato Trump, tanto ha vinto le elezioni. E ci dicono che l'incidente fu il 2 novembre del 2019 e che, prima della fine di quell'anno c'erano altri contagiati, perfino un professore dell'Università, addetto alle ricerche, morto, dopo aver denunciato il pericolo del contagio. Tutto vero, pubblicato, e al presidente riferiranno di quelle esercitazioni del settembre 2019, durante le olimpiadi militari a Wuhan, dove fu fatta sperimentare la difesa da un Coronavirus: singolare, no? Le fonti di intelligence sostengono che si preparavano da tempo ad un rischio che coltivavano in laboratorio. E poi riferiranno di quella scienziata fuggita a Taiwan, che fu portata negli Usa, intervistata da molta informazione libera (anche Tgcom24), che raccontò degli esperimenti in laboratorio. E poi di altri due importanti scienziati, dipendenti dall'autorità militare, che spiegarono a Xi «adesso il virus è scappato e circola, ecco come possiamo avvantaggiarci economicamente, essendo partiti in largo anticipo». Per precisione, Biden potrebbe parlare con Fauci, che sa tutto e conosce i laboratori di Wuhan, ma finse di smentire quando doveva tirarsi fuori dall'ombra scomoda di Trump.

Noi le informazioni le conoscevamo e ne abbiamo puntualmente riferito, altri sono ancora in attesa delle conferme, che non arriveranno mai, sulle origini del Covid-19.

Ma non siamo scienziati, siamo giornalisti e sappiamo poco e niente: però abbiamo il dovere di chiedere a chi sa di parlare tempestivamente e abbiamo il diritto di denunciare chi tace e nasconde i fatti. Perché la nuova guerra, già iniziata, si combatte con la comunicazione.

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