Perugia, espulso uno dei capi del clan che gestisce spaccio in centro

Dopo l’aggressione con bottiglie ai danni di un ristoratore del centro, la polizia ha tratto in arresto uno dei capi del clan di magrebini che gestisce l’attività di spaccio in centro città: decretata la sua immediata espulsione

Perugia, espulso uno dei capi del clan che gestisce spaccio in centro

Una pronta risposta recapitata ai gruppi di malviventi che tengono in ostaggio il centro storico della città di Perugia.

Quegli stessi che continuano ad imperversare nonostante i vari tentativi di arginare il fenomeno da parte delle forze dell’ordine e dei residenti e negozianti onesti e collaborativi che denunciano, stanchi di vivere una vita sotto scacco.

L’ultimo esempio di paura sabato scorso, quando si è verificata una vergognosa aggrassione nei confronti di un ristoratore di Corso Garibaldi, Michele Radicchia, reo di essersi opposto al clan della droga gestito da magrebini che opera nella zona. La ritorsione nei suoi confronti si è realizzata col lancio di bottiglie di vetro, che si sono spaccate procurandogli ferite al volto e sul corpo ed hanno richiesto l’intervento di un’ambulanza ed il trasporto al pronto soccorso.

Il grave atto, in seguito al quale residenti e negozianti sono insorti per richiedere maggior sicurezza per le strade del centro storico della città, ha comunque avuto un’immediata reazione da parte delle forze dell’ordine. Nel giro di 48 ore è stato identificato e rintracciato dalla squadra volante uno dei responsabili. Si tratta di un uomo di nazionalità marocchina di 33 anni, a capo di uno dei clan, clandestino oltre che pluripregiudicato. Il questore Bisogno ha determinato per lui l’immediata espulsione, motivo per il quale il nordafricano è stato condotto in un Cpr.

L’unico dubbio è relativo al fatto che stavolta il decreto venga rispettato dall’africano.

Quest’ultimo, infatti, già nel giugno scorso era stato colpito da un’ingiunzione di allontanamento da Perugia, che non gli aveva comunque impedito di farvi ritorno tranquillamente, anche se da clandestino.

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