Tra i ricordi che la dissidente cubana Yoani Sanchez porterà con sé dall'Italia ce n'è uno sicuramente non bello: una contestazione messa in atto, contro di lei, da un gruppetto di aderenti all'associazione Italia-Cuba. Per dare il benvenuto alla blogger, intervenuta a Perugia alla chiusura del Festival di giornalismo, nel pomeriggio erano stati esposti due striscioni - poi rimossi - con cui si chiedeva "giustizia per i 5 cubani sequestrati in Usa". E da un banchetto, posizionato davanti alla Sala dei Notari del capoluogo umbro, venivano distribuiti volantini contro la Sanchez. La cui unica colpa è di essere contraria al regime castrista, che da decenni schiaccia la libertà dei cubani.
In serata, quando la blogger ha iniziato il suo intervento - intervistata dal direttore de La Stampa Mario Calabresi - è scattata la vergognosa contestazione. Un gruppetto di persone (circa una ventina) ha lanciato dei dollari finti e volantini, intonando slogan contro la Sanchez. Dopo circa un quarto d'ora di confusione la dissidente cubana, rimasta imperturbabile, ha potuto rispondere alle domande che le venivano poste. E raccontare la sua Cuba. Alla protesta ha dedicato solo poche parole: "Ringrazio chi mi ha contestata, vorrei si potesse fare anche a Cuba. Io non sono un’oppositrice, racconto semplicemente la vita cubana di tutti i giorni". E il pubblico le ha dedicato un fragoroso applauso.
Chissà cosa penserà ora Yoani dell'Italia. Riuscirà mai a capire come mai, anche nel Belpasese, esistano dei seguaci di Raul e Fidel Castro?
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