"Dateci subito un porto". Sea watch ha 300 migranti a bordo

Ennesima richiesta di sbarco da parte delle Ong: Sea watch viaggia con 295 migranti a bordo, punta il dito contro l'Ue e chiede lo sbarco

L'adagio si ripete: "Vogliamo un porto subito". La nave Sea watch 4 viaggia al largo della Libia con a bordo 295 migranti. Nell'ultima manovra, l'equipaggio ha portato a bordo 102 persone che si trovavano a bordo di un gommone e nelle ore precedenti sono stati soccorsi altri 73 migranti da un ennesimo gommone sovraccarico. Di questi, 13 erano donne, di cui 7 incinte, e 20 erano minori. "Hanno bisogno di sbarcare al più presto in un porto sicuro" dice Sea watch, che dice di aver incrociato "anche un'imbarcazione della cosiddetta guardia costiera libica pronta a intercettarle".

Al momento, la nave che batte bandiera tedesca, non ha ancora effettuato una formale richiesta di sbarco in nessun porto del Mediterraneo ma è significativo che il post con il quale l'equipaggio ha informato dell'ennesimo gommone sia stato scritto prima sul profilo italiano dell'organizzazione e, solo successivamente, su quello internazionale. Nei giorni scorsi, inoltre, Sea watch ha attaccato per l'ennesima volta l'Unione europea e, in particolar modo, l'Italia: "La cosiddetta guardia costiera libica ha minacciato stasera l'equipaggio di Sea watch 4 di sequestro in Libia. La motovedetta ha intimato illegalmente alla nostra nave di lasciare la zona nonostante ci trovassimo in acque internazionali, fuori dalla giurisdizione libica. Il nostro equipaggio non è ora sotto minaccia ma non possiamo più tollerare queste incursioni. Per anni Italia ed Eu hanno finanziato e si sono servite delle milizie libiche per impedire alle persone in pericolo di raggiungere l'Europa. Questa partnership mortale deve cessare".

Ma è proprio l'Italia che si fa carico di tutti i migranti che le navi tedesche portano a bordo, il Paese che più di altri riceve pressioni dalle Ong che con cadenza frequente avanzano pretese di sbarco nei porti italiani. Contemporaneamente, però, l'Italia deve anche fronteggiare gli sbarchi autonomi, che in Sicilia, Calabria e Sardegna sono sempre più numerosi. Solo un mese fa, un'altra nave della Ong tedesca Sea watch, ha portato in Italia oltre 406 migranti e Sea eye ne ha sbarcato oltre 800, sempre nel nostro Paese.

Questa mattina a Porto Empedocle la nave Dattilo della Marina militare ha sbarcato 350 migranti intercettati su un peschereccio a più di 70 miglia dalle coste siciliane, in area di responsabilità Sar italiana. Tra loro anche 40 minori. Ieri, la guardia costiera ha soccorso anche un barcone in difficoltà con 70 migranti a bordo. Tutti sono stati tratti in salvo e portati in sicurezza a Lampedusa. In più, una imbarcazione con una cinquantina di migranti a bordo è diretta verso il porto di Gallipoli. I mezzi marittimi della guardia di finanza e la capitaneria di porto li hanno avvistati ad alcune miglia dalla terraferma.

E Safa Msehli, portavoce dell'Organizzazione mondiale per le migrazioni, fa sapere tramite Twitter che "oltre 75 migranti sono annegati mercoledì scorso dopo essere partiti dalla Libia, secondo le testimonianze di 15 sopravvissuti salvati dai pescatori e portati a Zuara. Questo è il costo dell'inazione".

L'ultima missione di Sea watch 4 ha preso il via lo scorso 11 novembre dal porto di Burriana, l'hub spagnolo che dà rifugio a tutte le navi delle Ong.

L'annuncio era stato dato dallo stesso equipaggio dai soliti profili social, sottolineando che "come dimostrato dagli eventi delle ultime settimane, il soccorso civile è necessario dove gli Stati e l'Europa continuano a lasciare che le persone anneghino".

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