Un folle inseguimento in auto, poi lo straniero ferisce militare

Non gravi, fortunatamente, le ferite riportate dal carabiniere. Fondamentale, dopo un inseguimento ad alta velocità per le vie della città, il contributo di alcuni residenti che aiutano i militari ad individuare il presunto spacciatore

Un folle inseguimento in auto, poi lo straniero ferisce militare

Paura nelle strade di Piacenza, a causa della fuga ad alta velocità di un'auto sospetta che tentava in ogni modo di seminare i carabinieri nel quartiere della Besurica.

L'episodio durante la serata di ieri, quando, intorno alle 19, i militari della stazione di Rivergaro (Piacenza) hanno iniziato a dare la caccia ad una vettura guidata da un nordafricano in strada Agazzana. Accanto allo straniero una donna, probabilmente la sua compagna.

Impegnati in un'operazione di contrasto allo spaccio di droga, gli uomini dell'Arma si sono visti costretti ad inseguire l'auto guidata dal magrebino, che non ha esitato a premere il piede sull'acceleratore per seminarli anche nelle vicinanze dei giardini pubblici.

Compreso di non poter fare più niente per far perdere le proprie tracce, lo straniero ha deciso di abbandonare auto e compagna per proseguire la sua fuga a piedi. Prima di tutto, però, occorreva disfarsi di un involucro compromettente, contenente con grande probabilità proprio degli stupefacenti.

Ciò che il nordafricano non aveva messo in conto, tuttavia, era la partecipazione dei residenti alle operazioni di ricerca e di supporto ai carabinieri di Rivergaro che si trovavano sulle sue tracce. Grazie anche al contrubuto dei cittadini, questi sono riusciti in breve a raggiungere e bloccare lo straniero, che ha comunque reagito rabbiosamente per cercare di liberarsi. Uno dei militari, colpito dall'extracomunitario, ha riportato delle ferite alla testa e ad un braccio, fortunatamente risultate non gravi.

Grande la

soddisfazione dei presenti al momento del fermo del magrebino, con applausi rivolti agli uomini dell'Arma. Sia l'uomo che la compagna sono finiti in caserma, ma non si conoscono ancora i provvedimenti presi nei loro confronti.

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