"Picchiato e incastrato, vi racconto cosa non torna sul caso Denise”

Gaspare Ghaleb racconta il suo punto di vista sul caso di Denise Pipitone e spara a zero contro gli inquirenti: ecco cosa ha detto a "Quarto grado"

"Picchiato e incastrato, vi racconto cosa non torna sul caso Denise”

Per la prima volta dopo molto tempo torna a parlare una persona coinvolta nel processo per il rapimento di Denise Pipitone. Si tratta dell’unica persona condannata, e poi prescritta, per false dichiarazioni ai pm: Gaspare Ghaleb, l’ex ragazzo di Jessica Pulizzi, figlia del padre naturale di Denise Piero Pulizzi.

Ghaleb, raggiunto da “Quarto grado”, ha raccontato come sia stato inizialmente contento nell’apprendere della riapertura delle indagini, affinché la verità venga a galla. Ma la sua felicità è durata ben poco: minacce sono piovute sui suoi account social, Ghaleb ha poi perso il lavoro e la sorella lo ha chiamato in lacrime dopo aver sentito in tv che diceva: “Lo devono arrestare”. Ghaleb ha confermato la sua estraneità, anche in linea filosofica, nel rapimento di Denise: “Io morirei, non avrei più forze se un giorno… mi scompare, si dissolve nel nulla mio nipote io morirei. Mi sentirei una persona vuota, spenta, senz’anima”.

Tornando all’epoca delle prime indagini e poi del processo, il giovane ha spiegato che gli inquirenti gli avrebbero chiesto di spingere Jessica Pulizzi a confessare il rapimento. “Ho aiutato la polizia - ha raccontato Ghaleb - mi sono prestato a fare l’interrogatorio lì, a fare delle domande dirette in commissariato, sapendo e cosciente, dopo che mi avevano pure picchiato in commissariato. Inutile che l’Angioni dice che era vicino alla verità e il fatto che non mi hanno picchiato”.

Ci sono però due questioni ancora avvolte nel mistero. La prima è relativa alle celle agganciate dal telefono di Ghaleb il 1 settembre 2004, il giorno in cui scomparve Denise. Ghaleb dice di non aver parlato con Jessica di mattina, ma di aver ricevuto una telefonata in cui la ex gli dava la notizia del rapimento da parte di TeleVallo. Secondo Ghaleb, la mattina una sua parente avrebbe risposto al telefono, ma Jessica avrebbe nascosto il dettaglio agli inquirenti per ripicca, perché i due si erano lasciati. C’è inoltre però un’intercettazione telefonica in cui Jessica e Ghaleb sembrano parlare in codice.

Intanto sono stati ascoltati dalla procura i turisti romani, che hanno affermato di aver visto una bambina dietro una tenda dell’Hotel Ruggero II il giorno della scomparsa di Denise. La coppia però non si trovava a Mazara del Vallo quel giorno, non era neppure in Sicilia, ma a Roma. Si tratta di “un ricordo assolutamente non corretto”, ha commentato il loro legale Stefano Pellegrino, forse sotto la suggestione del clamore mediatico.

Infine a “Quarto grado” sono state esaminate le discrepanze tra quanto dichiarato a suo tempo agli inquirenti da Alice Pulizzi e ciò che invece sosteneva la sorella Jessica. Pare che le due si fossero confrontate prima su cosa dire: “Non ho mai visto la piccola Denise - ha spiegato Alice agli inquirenti - Solo dopo ho visto la sua foto in televisione”. Nelle narrazioni delle due sorelle ci sono due incongruenze importanti.

La prima: Jessica afferma di aver ricevuto una telefonata dal padre dopo essere stata nell’Hotel Ruggero II dove lavorava la madre Anna Corona, Alice che invece la telefonata sia avvenuta prima. Inoltre, secondo Jessica, quella notte entrambe sono andate a dormire dalla nonna materna, secondo Alice è stata la nonna ad andare a dormire a casa loro.

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