La pandemia ha avuto un impatto sul commercio di prodotti falsi e ha aggravato le tendenze esistenti: le organizzazioni criminali hanno approfittato della crisi globale e le autorità hanno segnalato un forte aumento dei sequestri di beni “fake”, in primis medicinali, kit di analisi e dispositivi di protezione individuale contraffatti nonché di altri prodotti medici. Lo stesso vale per altri settori in cui l’interruzione delle catene di approvvigionamento e il cambiamento della domanda hanno creato nuove opportunità per la criminalità. Secondo una recente relazione pubblicata dall’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (l’Euipo) e dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), l’Italia è al terzo posto dei Paesi più colpiti dalla diffusione della pirateria on-line in Europa, dopo Germania e Belgio.
La piaga dei libri piratati
In Italia, durante la pandemia, è cresciuto anche il fenomeno della pirateria di libri a stampa, ebook e audiolibri, con 322mila atti illegali compiuti ogni giorno nel 2021, in crescita del 5% rispetto al 2019. Come documenta la seconda indagine Ipsos realizzata per l’Associazione Italiana Editori (AIE), i libri piratati costano al mondo del libro 771 milioni di euro di mancato fatturato - pari al 31% del valore complessivo del mercato al netto di editoria scolastica ed export - e la perdita di 5.400 posti di lavoro. Contando anche l’indotto, il costo pagato dal Paese è di 1,88 miliardi e di 13.100 posti di lavoro persi. L’utenza di chi utilizza libri, ebook e audiolibri in maniera illegale è ampia: parliamo del 35% della popolazione sopra i 15 anni, del 56% dei liberi professionisti e dell’81% degli studenti universitari.
La consapevolezza di compiere un’azione illegale
Secondo la ricerca Ipsos per AIE - svolta a ottobre del 2021 su un campione di 4.000 interviste - gli italiani (popolazione sopra i 15 anni) sono consapevoli che piratare libri, ebook, banche dati sia illecito e illegale: risponde affermativamente l’82% (contro l’84% del 2019). Aumenta la percentuale di chi ritiene poco o per nulla probabile essere scoperto e punito (il 68%, erano il 66%), mentre lo considera un comportamento poco o per niente grave il 39% (dato invariato rispetto a due anni fa). Poco più di 1 italiano su 5 (il 23%) ha scaricato illegalmente libri digitali o audiolibri e il 17% li ha ricevuti da amici e familiari, il 7% ha ricevuto da amici e familiari libri fotocopiati, il 6% ha utilizzato chiavi di accesso non sue per accedere a ebook e audiolibri in abbonamento, il 5% ha acquistato libri fotocopiati.
Non basta la repressione, occorre sensibilizzare
Le dimensioni del fenomeno richiedono un’azione di contrasto che non si fermi alla repressione delle azioni illegali ma punti sull’educazione degli utenti, attraverso iniziative mirate, come la conferma del sostegno alla domanda legale di informazione e cultura mediante strumenti come la 18App, il bonus per le biblioteche, le iniziative nelle scuole come #ioleggoperché.
Nei confronti di chi trae guadagno dall’utilizzo dei contenuti illegali bisogna rendere impossibile nascondersi dietro l’anonimato della Rete. È necessaria un’opera di sensibilizzazione anche nei confronti del consumatore finale, che deve essere consapevole del carattere illecito della sua azione e sapere che per questo può essere punito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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