Il personaggio della piccola Dorin è finito in una classe, dentro alle pagine di un testo adottato da alcune scuole elementari, scatenando moltissime polemiche. Dorin sarebbe una piccola rom, anche se nel testo non viene mai descritta in questo modo: vive in una roulotte e vende "piccoli oggettini", si legge. Il tutto accade in Toscana, a pochi giorni dall'inizio della scuola, dove la vicenda (di fantasia) di una bimba, inventata dal giornalista e autore per bambini Federico Taddia, ha indignato alcuni genitori.
Il caso
In base a quanto riportato da Quotidiano.net, un estratto preso dal libro "Girogirotonda" è stato pubblicato e riadattato in un testo scolastico di cittadinanza attiva, diffuso in molte elementari di Pisa e in Toscana, in generale. A turbare alcune famiglie, con figli iscritti alla prima classe di una scuola di Pisa, il messaggio ritenuto "fuorviante" attorno a questo personaggio: "Nelle schede non si parla mai di rispetto delle regole".
La leghista Ceccardi: "La realtà viene rovesciata"
A raccogliere le lamentele dei genitori, che trovano diseducativo il modello proposto ai piccoli aluni, è stato l'europarlamentare della Lega (che governa la città toscana), Susanna Ceccardi. "Si legge 'Dorin ha gli occhi grandi e neri, i capelli lunghi e ricci, il naso un po' a punta, due orecchhini piccoli piccoli e un neo tondo tondo sulla guancia destra. Dorin vive in un semaforo. Anzi, no, vive in una roulotte e vende fazzoletti e altri oggettini'", spiega Ceccardi, che sul caso ha annunciato un'interrogazione parlamentare. Fino qui "non ci sarebbe nulla di strano", spiega la leghista. Che aggiunge: "Uno spaccato di vita quotidiana a cui assistiamo nelle nostre città. Ma questo racconto è stato inserito in un libro di testo della primaria: dove si dice che la bambina sbaglia ad accattonare e che non si abita in una roulotte? La realtà viene rovesciata". Ma ciò che sembra indignare di più l'eurodeputata è "che situazioni al confine tra la legalità e l'illegalità siano prese come esempio positivo per formare le nuove generazioni". E conclude: "L'integrazione è un principio sacrosanto che bisognerebbe insegnare ai genitori dei bambini stranieri. Assenti, invece, informazioni sul nostro Paese e sulla nostra cultura. Non si fanno riferimenti alle nostre tradizioni e leggi".
Chi difende la scelta
Difende la scelta Alessandro Castellano, del Capitello, che ha edito "Tutti cittadini attivi con Rudi" e che ha dichiarato: "Ognuno può leggere e interpretare la storia come vuole. Ma è inserita nel testo per mostrare agli alunni cosa vivono quotidianamente i loro compagni. E negli esercizi successivi si chiede quali diritti le sono negati. Un invito a riflettere".
Oltre all'editore, anche la preside di una delle scuole che ha adottato il testo è intervenuta per difendere la scelta: "Nel testo è citata la Convenzione internazionale sui diritti dei bambini del 1989. L'obiettivo è far meditare. Inoltre, l'adozione è passata dai consili di classe, formati anche dai genitori".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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