A Pisa è scontro tra la comunità musulmana e il Comune per la costruzione della Moschea. L'imam Mohammad Khalil avverte di fare ricorso al Tar se l'amministrazione non darà il permesso: "Ci sono sessanta giorni di tempo dalla metà di giugno, quando è stato emesso il diniego alla moschea, per il Comune per ritirare quel documento. Se ciò non accadrà allora procederemo con le vie legali".
Di tutta risposta al diniego, il capo della comunità musulmuna ha preannunciato problemi di ordine pubblico che potrebbero verificarsi se ciò non dovesse accadere: "Da anni ripetiamo alla nostra comunità di avere pazienza, ma ora molti sono stanchi e il rischio è che nascano decine di moschee in giro per la città in garage, fondi commerciali e altri locali presi in affitto. La comunità islamica pisana è composta da 27 nazionalità diverse e ciascuna potrebbe volere il proprio luogo di culto."
Ma in più ha anche posto l'accento sui problemi alla sicurezza che potrebbero derivarne: "Questo potrebbe generare problemi di sicurezza e trasparenza - ha spiegato Khalil - visto che noi durante la nostra preghiera del venerdì usiamo l'italiano come lingua ufficiale, ma se nasceranno tante moschee potrebbe non essere più così. E non possiamo più continuare a chiedere pazienza, anzi in assenza di collaborazione dal Comune daremo supporto logistico a chi deciderà di seguire altre strade".
Tutto nasce dall'annullamento in autotutela della Soprintendenza del parere favorevole all'autorizzazione paesaggistica che aveva concesso il 7 maggio scorso, pur con alcune condizioni. Sulla base di questo ultimo atto, il 13 giugno il Comune non ha concesso il permesso alla costruzione della Moschea nella zona residenziale di Porta a Lucca.
Il ricorso all'autotutela, firmata dal soprintendente il 15 maggio, è stato motivato, come riporta PisaToday da un "errore materiale tale da provocare un vizio logico dell'atto", riguardante la "parte relativa alla tutela archeologica".
Svista confermata tra l'altro dalla stessa Associazione responsabile del progetto.Una battaglia burocratica destinata ad alimentare le tensioni già alte che da tempo si trascinano intorno alla costruzione della Moschea di Pisa.
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