Il pm: "Bomba carta accesa dagli ultrà Torino"

Dalle immagini sembra che l’ordigno sia esploso all’interno del settore torinista dello stadio Olimpico. Ma la polizia smentisce

Il pm: "Bomba carta accesa dagli ultrà Torino"

Chi ha lanciato la bomba carta esplosa allo stadio Olimpico di Torino? A lanciarla non sarebbero stati i tifosi della Juventus: l'ordigno potrebbe essere stato confezionato sul posto dagli stessi granata rimasti feriti. L'ipotesi emerge dai filmati visionati dalla polizia. La relazione è stata consegnata al pm Andrea Padalino, che ha aperto un’inchiesta su quanto accaduto. La polizia, invece, è convinta del contrario. In ogni caso ogni tesi investigativa è ancora aperta mentre è salito a 15 il numero dei tifosi arrestati e denunciati prima e dopo la partita. Sempre dall'analisi dei filmati delle videocamere di sorveglianza, le forze dell’ordine hanno individuato altre 8 responsabili dell’invasione di campo a fine gara. All’elenco dei provvedimenti si aggiunge la denuncia di un tifoso bianconero per possesso di fumogeni e la multa a uno steward che ha favorito l’ingresso irregolare di un tifoso mentre è stato identificato un secondo uomo coinvolto nel danneggiamento del pullman bianconero.

La polizia accusa i tifosi juventini

Dopo aver visionato i filmati delle telecamere dell’ Olimpico, la Polizia ha confermato che la bomba carta è stata lanciata dai tifosi della Juventus. Due versioni tanto inconciliabili da spingere il giudice sportivo di serie A Giampaolo Tosel a "congelare" ogni decisione sul derby e a mandare gli atti al procuratore federale "affinché voglia disporre l’acquisizione di ogni elemento probatorio (con particolare riferimento ad eventuali riprese televisive) utile per superare l’attuale radicale contraddittorietà tra le prospettate ipotesi investigative". Ma non ci sono divergenze secondo la Procura, che parla di ipotesi differenti al vaglio.

Beretta: servono maggiori sanzioni

"È stata un’altra domenica molto brutta per il calcio italiano, ci sono stati episodi assolutamente inaccettabili", dice il presidente della Lega di Serie A, Maurizio Beretta, Il dirigente, giunto a Roma per partecipare al Consiglio federale della Figc, ha sottolineato che "bisogna fare un salto di qualità nel sistema di accertamento delle responsabilità e in quello delle sanzioni. Noi lo ripetiamo da tempo, speriamo che questa sia la volta buona. Ormai è evidente che in questi casi non funziona la responsabilità oggettiva, serve invece individuare i singoli responsabili e sanzionarli in maniera pesante sia sul piano sportivo, con Daspo anche a vita, sia sul piano strettamente penale. Deve essere previsto un apparato sanzionatorio adeguato alla gravità dei reati commessi - aggiunge Beretta -. Leggi speciali? Servono norme che consentano di non punire i tifosi per bene per le colpe gravi e inaccettabili di pochi. Il calcio e il tifo c’entrano pochissimo, sono usati a pretesto per delle manifestazioni che sarebbero inaccettabili dovunque, dentro e fuori qualsiasi impianto. Parliamo qui di atti criminali che vanno trattati e sanzionati come tali".

Malagò: facciamo come la Thatcher

"Sono stanco - dice il presidente del Coni Giovanni Malagò -. Le sanzioni del giudice sportivo non sono sufficienti a fare cambiare l’atteggiamento di alcuni signori. Dobbiamo assolutamente andare in linea con le disposizioni legislative assunte dal governo Thatcher contro gli hooligans. Servono sanzioni fuori dall’ordinario. Altrimenti chi paga dazio è il Paese".

Tavecchio: "Parte civile"

Al Processo del

lunedì, su RaiSport1, il presidente della Figc Carlo Tavecchio ha annunciato che da oggi in poi la Federcalcio si costituirà parte civile contro le violenze anti-sportive e "chiederà anche i danni d'immagine".

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