Roma Termini è semideserta. All’ingresso dei binari poche centinaia di persone si dirigono spaesate sotto i tabelloni, intente a varcare le porte a vetri che dirigono ai treni. I passeggeri con valigia appresso si proteggono le mani con i guanti. La bocca con le macherine. Il virus fa paura.
Da poche ore il premier Giuseppe Conte ha annunciato il decreto che allarga la zona rossa a tutta Italia. Si aggrava lo stato di allerta per il Coronavirus e ora che i contagi spaventano il Paese il governo ha deciso di mettere in atto misure restrittive. “Sono vietati gli spostamenti in tutto lo stivale”. Ma viaggiare per qualcuno è indispensabile. C’è chi deve tornare a casa. Chi, ha bisogno di prendere i mezzi per recarsi a lavoro. “Sarà possibile spostarsi solo per motivi lavorativi, in caso di situazioni di necessità o per ragioni di salute”. Ha spiegato il Presidente del Consiglio.
“Questo è il documento che mi hanno fatto compilare”. Un signore con la mascherina fermo all’ingresso dei treni ci mostra la cosidetta “autocertificazione”. Quel foglio, con i propri dati, attesta i motivi del suo viaggio che potrebbero essergli richiesti nel caso la polizia lo bloccasse per ricevere spiegazioni.
Le file ai bar della stazione della capitale sono scomparse. Le persone camminano stando attente a rispettare la distanza di sicurezza che potrebbe aiutare a prevenire il contagio del Covid-19. Il punto più affollato è davanti al binario 15 dove sono stati allestite due postazioni della polizia per la compilazione del certificato obbligatorio. A pochi passi dai militari, i varchi di accesso ai binari hanno le porte spalancate. I controllori sono pochi rispetto al solito e passare inosservati è semplicissimo.
“Sono arrivato questa mattina da Napoli ma non hanno controllato se avessi l’autocertificazione.” Ci racconta, ancora, il signore con la mascherina in fila per la compilazione del secondo questionario della giornata. É evidente, gli obblighi ci sono, ma come e chi controlla se vengono rispettati? “Non possiamo controllare tutti - ammette un poliziotto in servizio che incontriamo alla stazione - data l’affluenza non è possibile. Riusciamo a fare un controllo a campione…random. Comunque la gente viene, presenta l’autocertificazione e poi i fogli verranno inviati agli uffici per i controlli…Controllare tutti non è difficile è proprio impossibile”.
Fino a pochi giorni fa Codogno, in Lombardia, era circondata dai militari che facevano muro a chiunque provasse a entrare nella prima zona rossa d’Italia. Quando ancora il Coronavirus sembrava a molti una forte influenza. I contagi però, continuavano ad aumentare e con loro anche il numero dei morti. Così la zona rossa si è estesa a tutta la Lombardia. Troppo difficile, a quel punto, chiudere i confini e dopo l’annuncio delle limitazioni nel nord Italia, nella notte in migliaia si sono accalcati sui treni per scappare dalla quarantena volontaria.
Irresponsabili forse, egoisti probabilmente, impuniti, questo è certo. Adesso, anche coloro che con foga si sono spostati verso il sud dello "stivale" dovrebbero rimanere chiusi nelle proprie case e rispettare le regole ancora più ferree emanate dal governo Italiano che sta cercando di arrestare il virus.
Ma chi controlla se lo faranno? Nella notte migliaia di persone si sono catapultate nei supermercati, affollate alle porte degli h24, per prendere provviste che avrebbero potuto acquistare il giorno seguente. Nessuno ha potuto fermarli. Ancora una volta ci si affida al buonsenso delle persone. Che scarseggia. Più delle mascherine.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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