Ponte di Genova, il giallo sui lavori rinviati

Un bando per interventi da 20 milioni di euro. I lavori sarebbero partiti dopo l'estate. Ma nessuno ha fermato la viabilità

Ponte di Genova, il giallo sui lavori rinviati

Dopo la conta dei morti è il momento di capire cosa è successo davvero a Genova. Sul fronte delle indagini è stata aperta una inchiesta per omicidio plurimo e disastro. I punti fermi che si anno sono questi: Autostrade aveva bandito un maxi appalto da 20 milioni per rinforzare i tiranti (segno che la società era comunque a conoscenza delle criticità del Morandi), Autostrade è l'unico controllore che esegue le ispezioni e infine la circostanza ricordata da La Stampa che già negli anni Novanta l'Ordine degli ingegneri di Genova aveva suggerito l'affiancamento di una struttura in acciaio a quella in calcestruzzo. Fin qui i fatti.

Il fattore tempo

Ma a giocare contro il viadotto Morandi è stato il fattore tempo. Infatti i lavori erano previsti per la fine dell'estate ma a quanto pare sul ponte non c'erano dispositivi che potessero permettere un monitoraggio delle condizioni della struttura fino all'avvio dei lavori. Insomma gli interventi sarebbero cominciati troppo tardi. L'intervento che sarebbe scattato subito dopo l'estate riguardava proprio la struttura del ponte. Negli anni '90 la parte verso il levante era stata consolidata ma quello che ha ceduto probbailmente non avrebbe ricevuto gli interventi necessari per evitare nel tempo un cedimento come quello di ieri costato la vita a 39 persone. E così ecco il bando dello scorso 3 maggio da 20 milioni di euro che testualmente riporta: "Interventi di retrofitting strutturale del Viadotto Polcevera al km 0 + 551".

I controlli sul ponte

Si tratta di un'opera proprio sulla parte che poi ha ceduto. "Il rinforzo degli stralli di pila numero 9 e 10 poichè quelli di pila 11 sono stati oggetto di rinforzo già negli anni 90’", si legge nel bando. L’intervento doveva consistere nella ’disposizione di nuovi cavi esterni che vanno dal traversone dell’impalcato fino alla sommità delle antenne del ponte. L’intervento "di adeguamento strutturale (retrofitting) interessava proprio la zona a sistema bilanciato e in particolare gli stralli 9 e 10", spiega sempre il bando. Il crollo ha coinvolto anche la pila numero 9. L'intervento sul ponte sarebbe durato ben 784 giorni con evidenti conseguenze sulla viabilità. Lo slittamento dei lavori però adesso pesa come un macigno su quanto accaduto.

I controlli da parte di Autostrade avvengono ogni tre mesi con personale proprio e ogni due anni con personale a volte esterno pagato dalla stessa società che fa controlli più approfonditi. Nessuno ha ritenuto necessaria la chiusura del Morandi. Almeno fino al crollo del 14 agosto...

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