Un nuovo tassello e nuove perquisizioni della guardia di Finanza nell'ambito dell'inchiesta sul crollo del Ponte Morandi, a Genova. I militari del capoluogo ligure, infatti, in queste ore, stanno acquisendo alcuni documenti nelle sedi di Autostrade, Spea (la società delegata da Autostrade al monitoraggio della rete autostradale italiana) e negli uffici dell'Ufficio tecnico sicurezza austrade (Utsa), a Genova, Milano, Bologna e Bari. Gli inquirenti, in queste ore, stanno cercando di chiarire i punti che riguardano alcune criticità emerse dai resoconti dei testimoni, sentiti dal 14 agosto scorso, giorno dell'incidente, a oggi, da Massimo Terrile e Walter Coturno, i due pubblici ministeri titolari dell'indagine.
I casi a rischio
Una settimana fa, le Fiamme Gialle, avevano già ispezionato le sedi di Genova, Milano e Firenze, per cercare documenti sul viadotto genovese, il cui crollo è costato la vita a 43 persone. Ma il nuovo blitz riguarderebbe altri cinque ponti che sarebbero in condizioni a rischio. Uno sarebbe attiguo a Ponte Morandi, il Sei Luci, e fa parte della bretella di collegamento tra la A7, la Milano-Genova, e lo svincolo autostradale di Genova-Sampierdarena. Un altro è il Pecetti, sulla A-26 Genova-Gravellona Toce. Un viadotto, il Paolillo, è sulla Napoli-Canosa, un altro ancora, come riporta Repubblica, sarebbe il Moro, vicino a Pescara, già chiuso lo scorso autunno dal ministero delle Infrastrutture e riaperto dopo i dovuti controlli. Gli accertamenti, comunque, si stanno allargando per valutare lo stato di manutenzione di altre strutture.
Dagli ambienti investigativi, inoltre, si apprende che il numero degli indagati potrebbe salire. Si tratterebbe, infatti, di una decina di nuovi nomi, tra tecnici e dipendenti di Aspi e Spea. L'accusa è di falso in procedimento connesso ai controlli sugli altri cinque viadotti in stato critico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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