"Mancanza di interventi di manutenzione significativi" e "difetti esecutivi". Lo si apprende dalla relazione dei tre periti del giudice per le indagini preliminari sul ponte Morandi. Questa la risposta al quesito del primo incidente probatorio, relativa alla "descrizione delle parti crollate e di quelle non precipitate del viadotto". Le perizie sono state stilate in presenza dei consulenti della Procura, dei 73 indagati e delle parti lese.
Nelle 72 pagine di relazione sono stati descritti i particolari e sono emersi dei dati piuttosto precisi: 19% di cavi di acciaio completamente corrosi, 22% con riduzione di sezione del 75%, 27% con riduzione del 50% e il restante 18% con riduzione di sezione del 25%. Inoltre sul tampone della pila 9 "le nervature presentano fenomeni di degrado localizzati". Il 68% dei trefoli del gruppo primario, situato all'interno del tirante, e l'85% dei trefoli situati più all'esterno, quindi, avevano una riduzione di sezione tra il 50% e il 100%.
L'analisi sui resti del ponte Morandi hanno rilevato che nelle parti prese in questione "non si evidenziano interventi atti a interrompere i fenomeni di degrado. Gli unici ritenuti efficaci risalgono a 25 anni fa".
La relazione metterebbe in risalto anche difetti di esecuzione. Alcune guaine, ad esempio, sono parzialmente o addirittura per nulla iniettate: "I cavi secondari sono spesso liberi di scorrere: alcuni trefoli non sono stati trovati dentro le guaine. In generale i cavi secondari nelle guaine presentano fenomeni di ossidazione e, in alcuni casi, con riduzione di sezione, i quali hanno effetti diretti sulla sicurezza strutturale".
Intanto nel corso del Consiglio dei ministri di ieri sera è stata deliberata la proroga di un anno dello stato di emergenza per il crollo del ponte Morandi e della nomina del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti a commissario delegato, che ha commentato: "Siamo soddisfatti per la rapidità con cui il governo ha accolto le nostre richieste, come ci avevano garantito nell'incontro a Palazzo Chigi di due giorni fa. Questo passaggio era fondamentale per proseguire il grande lavoro fatto fino ad oggi e dare al territorio tutte le risposte di cui ha bisogno, fino alla ricostruzione del nuovo ponte".
La replica di Autostrade
In una nota Aspi dichiara che "le percentuali di corrosione riportate nella tabella della perizia depositata oggi confermano in realtà che la capacità portante degli stralli era ampiamente garantita, come hanno dimostrato anche i risultati delle analisi compiute dal laboratorio Empa di Zurigo e dall'Università di Pisa. Quindi, l'eventuale presenza di una percentuale ridottissima di trefoli corrosi fino al 100% non può in alcun modo aver avuto effetti sulla tenuta complessiva del Ponte".
Infine i periti di Aspi fanno notare come "tutte le ipotesi sul crollo del Ponte o le presunte prove regine, emerse nel corso degli ultimi mesi, non abbiano trovato finora nessuna corrispondenza oggettiva nelle analisi e nelle evidenze disponibili, finendo via via per essere smentite dai dati oggettivi.
Da ultima anche questa relazione dei periti del gip, nonostante evidenzi difetti costruttivi e condizioni di degrado compatibili con l'età dell'opera, viene letta in queste ore enfatizzando solo alcuni aspetti di degrado che non possono avere alcun nesso causale con il crollo del Ponte".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.