Riassumere in poche righe l'intera opera di Piero Portaluppi è non solo impossibile, ma anche un po' come dissacrare il suo immenso e qualificato lavoro di architetto e restauratore. La Fondazione che porta il suo nome, con sede in via Morozzo della Rocca 5 (un edificio in pietra, austero e moderno da lui stesso progettato), tra Corso Magenta e via San Vittore, apre le porte dell'intera sua opera, grazie alla cura di Alessandro Scandurra. La mostra, dal titolo «Portaluppi, architettura spettacolo da Expo a Milano» (aperta dal 26 giugno), chiuderà i battenti il 31 ottobre e ha l'obbiettivo di avvicinare i non addetti ai lavori al mondo dell'architettura, ma anche di fare conoscere chi ha saputo fare di Milano una città internazionale, mostrando progetti, disegni, fotografie e plastici di questo protagonista che operò tra gli anni Venti e Sessanta. Un particolare «focus» è sull'Expo di Barcellona del 1929, per il quale realizzò il Padiglione Italia.
Nel corso della mostra verranno anche proiettati alcuni filmati realizzati dallo stesso architetto e il trailer del film «L'amatore», sulla vita dell'architetto, che la Fondazione distribuirà a settembre. L'esposizione si aggiunge e si collega al percorso museale tra le ville progettate dal Portaluppi, da Casa degli Atellani e Via Vigna di Leonardo, aperto dal primo maggio: un itinerario che ingloba anche i suoi restauri della Basilica di Santa Maria delle Grazie.
Vediamo qualche nota biografica: Portaluppi nasce nel 1888 a Milano da Luisa Gadda e da Oreste, ingegnere edile. Nel 1905 si diploma all'Istituto tecnico Cattaneo di Milano e si iscrive poi al Politecnico, laureandosi nel 1910 con la medaglia d'oro che il Collegio degli Ingegneri e Architetti conferiva al migliore studente del Politecnico. Dal 1912 inizia una lunga collaborazione con Ettore Conti, re dell'imprenditoria elettrica. Per queste imprese e per le società ad esse collegate, Piero progetta fino al 1930 numerose centrali, specie nella Val Formazza. Sposa la nipote di Conti nel 1939. Nascono Luisa e Oreste. Dopo avere partecipato alla Grande Guerra, si adopera per la ricostruzione delle centrali distrutte dai bombardamenti e dopo Caporetto, come ufficiale del Genio chiede di rientrare tra le truppe dei combattenti in Veneto. Alla fine della guerra, ottiene importanti lavori come la Sede del Canapificio e lanificio nazionale, si occupa della Pinacoteca di Brera, di Villa Fossati e Casa degli Antellani, residenza dei Conti. Tramite i Conti riceve incarichi da importanti committenti della borghesia milanese come i Borletti, i Fossati, poi i Crespi, i Campiglio, Brughera. Studia un grattacielo simbolo della città, ma si deve presto dedicare ai quartieri residenziali di Allabanuel, parola che, letta al contrario, svela il manifesto della sua ironia architettonica e della sua visione scettica della modernità. Segue il progetto per la Città Utopica e infernale di Hellytown. Non tutti sanno che il Planetario Hoepli, la Banca Commerciale Italiana, Casa Crespi, la Società Buonarroti-Carpaccio-Giotto, Villa Necchi Campiglio, il nuovo sagrato del Duomo, sono opera sua. Vinto il concorso per il Piano regolatore di Milano, crea i Padiglioni per la Fiera Pirelli, Alfa Romeo e Agip; costruisce gli stabilimenti per la Società Ceramiche Italiane di Laveno. Con lo Studio BBPR lavora alla Triennale. Degli anni' 30 sono Palazzo Ina in Piazza Diaz, Palazzo Ras di via Torino, la sede della Federazione dei Fasci di piazza San Sepolcro e il Palazzo dell'Arengario con Muzio, Magistretti e Griffini. Trasforma il convento di San Vittore in Museo della Scienza e della Tecnica, l'Ospedale Maggiore in Università Statale, e sempre negli anni '60 con Gio Ponti lavora alla sede della Ras in corso Italia e alla Casa dello Studente a Parigi. Dopo la Liberazione subisce due procedimenti di epurazione. Prosciolto, viene reintegrato nella Facoltà, che lascia nel 1963.
Tra le cariche: presidente Ordine degli Architetti, membro del Consiglio Superiore di Belle Arti per la ricerca della Pontificia Commissione e presidente del Comitato tecnico della Scala. Muore nel 1967.(Biglietto intero 5 euro e riduzioni per studenti, over 65, portatori di handicap. Chiuso solo la domenica. Biglietto cumulativo Vigna di Leonardo + mostra: intero 12 euro, ridotto 10 euro)
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.