Sono sedici le persone coinvolte in una inchiesta della procura della Repubblica di Potenza per oltre centocinquanta estorsioni. I capi d'accusa sono estorsione, autoriciclaggio e truffe consumate e tentate ai danni di asili nido e case di riposo non solo in Basilicata,ma in tutta Italia. I carabinieri del comando provinciale del capoluogo lucano hanno eseguito questa mattina le misure cautelari emesse nei confronti dei sedici indagati anche in Piemonte ed in Sicilia, in particolare nelle province di Torino e di Catania.
Il provvedimento è stato preso dopo una complessa attività investigativa portata avanti dalla polizia giudiziaria e dal nucleo investigativo del comando provinciale di Potenza. Dopo le indagini è emersa "l'esistenza di un consolidato sistema di estorsioni e truffe ai danni di asili nido e case di riposo, anche della provincia di Potenza, i cui responsabili erano indotti a versare denaro su più carte di credito intestate ad ignoti, allo scopo di ostacolarne la tracciabilità, con la minaccia che in caso contrario non avrebbero più percepito i contributi regionali o ministeriali" come è scritto in una nota.
Otto sono le persone che sono state arrestate (due sono finite in carcere e sei agli arresti domiciliari) a Torino, Moncalieri, un Comune in provincia di Torino, e a Catania per cinque estorsioni ed altre centotrentadue tentate ai danni dei responsabili di enti religiosi, cooperative socio-assistenziali, scuole paritarie. Alle vittime, con l'inganno, si chiedevano somme di denaro con la minaccia della mancata erogazione di contributi ministeriali. Altre dieci persone sono state sottoposte all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
L'accusa, come detto, è associazione a delinquere finalizzata all'estorsione, alla truffa aggravata, al riciclaggio e all'autoriciclaggio. L'indagine è partita dopo la denuncia di una scuola paritaria della provincia di Potenza che aveva già subito due estorsioni e continuava a ricevere richieste di versamenti. Le attività investigative hanno messo in luce un sistema consolidato di truffe e estorsioni.
Uno degli indagati presentandosi come "dottor Messina" o "dottor Fata", sedicente appartenente a un ufficio scolastico regionale o al Miur, parlava con i responsabili delle strutture ed esponeva inesistenti errori nell'assegnazione dei contributi regionali o ministeriali sostenendo che erano stati erogati 2490 euro in più rispetto al dovuto, a danno di un altro ente.
Così veniva richiesto il pagamento in tempi stretti con bonifico su un conto di "Postepay evolution", in realtà appartenenti ad altri familiari o partecipanti alla truffa che subito provvedevano al prelievo prima che le vittime potessero revocare il bonifico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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