Power bank, quando può esplodere e come evitarlo

La batteria esterna di riserva per smartphone e pc può esplodere a causa dell'uso scorretto o per la scarsa qualità del prodotto. Il professore del Politecnico alla Nazione: "Usate dispositivi certificati"

Power bank, quando può esplodere e come evitarlo

Mattinata di paura ieri, in una scuola di Milano, dove un power bank, batteria esterna utile per ricaricare cellulari e pc, è esplosa nello zaino di uno studente. Un insegnante e sette studenti, di cui tre ospedalizzati, sono rimasti coinvolti nell'esplosione. Dopo la vicenda, il timore si allarga e coinvolge tutti i possessori di un power bank, spaventati da quanto successo. Ma quali possano essere le cause dell'esplosione e come evitarla? La Nazione lo ha chiesto a Luca Magagnin, professore di Chimica fisica applicata al Politecnico di Milano.

Il motivo dell'esplosione, spiega il professore, può essere legato alle alte temperature, dato che queste batterie di riserva resistono "fino a 80-100 gradi. Dopo quella soglia cominciano a instaurarsi fenomeni irreversibili di rigonfiamento ed esplosione". Il motivo dello scoppio, quindi, può essere causato dal surriscaldamento dovuto alle alte temperature. Ma non solo. "Ci sono anche cause interne- dice Magagnin a La Nazione-dal malfunzionamento, con materiali di bassa qualità che rendono le batterie meno resistenti; all'utilizzo non corretto, come caricare la power bank usando dispostovi non certificati". Questo può portare a un eccessivo caricamento, che la batteria esterna non è in grado di accogliere. Se il power bank non viene caricato adeguatamente, nel tempo, si degrada e diventa "più sensibile all'effetto termico". Infine, un altro motivo che può portare all'esplosione "è l'effetto meccanico: se il dispositivo viene deformato o schiacciato nello zaino, gli elettrodi si avvicinano formando un corto circuito pericoloso".

Per questo, è importante fare molta attenzione quando si acquista una batteria portatile di riserva. Prima di tutto, è fondamentale fare attenzione al rapporto prezzo e capacità di energia, ma in generale, avvisa il professore, "il basso costo normalmente significa bassa qualità, e ciò aumenta la facilità di problemi nell'utilizzo. La scarsa qualità delle batteria le porta a non reggere la carica dopo pochissimo tempo". Altro particolare a cui prestare attenzione è la presenza o meno dei "marchi di certificazioni sul prodotto e nelle schede tecniche", che riportano "le specifiche sull'utilizzo e le temperature". La presenza di questi marchi indica che il prodotto è a norma.

A portare all'esplosione del power bank possono essere anche elementi esterni alla batteria in sé, come cavi Usb o spine di alimentazione non compatibili, perché "fanno lavorare la batteria in condizioni non ottimali. Un esempio sono gli accendisigari delle auto: i più economici danneggiano la batteria dei telefonini dopo pochi utilizzi perché non controllano l'energia in entrata. Quelli più costosi, invece, lo fanno ed è fondamentale".

Un power bank, quindi, può esplodere per diversi motivi, il che rende fondamentale l'attenzione al suo utilizzo e l'acquisto di prodotti di qualità. Il rischio, spiega Magagnin, è mettere in pericolo la salute delle persone, perché una batteria non di qualità, malfunzionate o danneggiata può generare "fiamme, gas nocivi e detonazione: anche solo vederla è rischioso".

Ma allora come prevenire che ciò accada? "Usare dispositivi certificati, compatibili con gli altri strumenti in

possesso, non sollecitare meccanicamente la batteria, non sottoporla a fonti di calore- conclude il professore alla Nazione- Così la power bank durerà di più e non avrà problemi di degrado avanzato".

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