Trenta giorni di violenza. Si riassume così la detenzione di un cinese, colpevole di aver violentato la figlia, e vittima, nell'istituto penitenziario della "Dogaia" di Prato, di un compagno di cella di origini marocchine.
"Sodomizzato per un mese"
Il carcere è quello di Prato, la cella in cui si è registrata una violenza lunga un mese è quella che dividono un marocchino 44enne e un cinese di 35 anni, arrestato per violenza sessuale ai danni della figlia. I più maligni protebbero dire che quella violenza subita è un contrappasso per gli abusi perpetrati ai danni della figliola. Ma atteniamoci ai fatti.
Il detenuto cinese è stato stuprato dal marocchino. Il 23 gennaio infatti, l'asiatico ha sporto denuncia alla polizia penitenziaria. Ha raccontato di essere stato sodomizzato per 30 giorni. Una versione confermata dagli esami medici, che parlano di lesione gravi. Ora gli atti sono passati alla Procura di Prato, nella mani magistrato Antonio Sangermano, titolare dell'indagine.
I provvedimenti dopo la violenza
Nel frattempo i due compagni di cella sono stati divisi. Il marocchino, con precedenti per violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia, è stato spostato in un'altra cella, un un ulteriore provvedimento di custodia cautelare per stupro. Il cinese invece è finito nel carcere fiorentino di Sollicciano in regime di protezione.
Secondo le prime indagini, le violenze subite da quest'ultimo si sarebbero verificate interno all'ora di cena, quando, come fa sapere Today.it, il braccio penitenziario in cui erano detenuti era sorvegliato da solo un agente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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