"Qui è sepolto il nonno" Scoperta dopo 30 anni: il corpo era di un altro

La raccapricciante vicenda è accaduta al cimitero Flaminio di Roma, dove l’esumazione ha portato alla luce i resti di un altro corpo. Indaga la magistratura

"Qui è sepolto il nonno" Scoperta dopo 30 anni: il corpo era di un altro

È finita sulla scrivania del sostituto procuratore Pietro Pollidori, che ha aperto un fascicolo contro ignoti in seguito a un esposto, la raccapricciante vicenda accaduta al cimitero Flaminio di Roma. Dopo più di trent’anni, una famiglia del luogo si è accorta di aver pregato per tutto questo tempo sulla tomba di una persona diversa dal loro caro defunto. I denuncianti ritengono che si sono recati spesso nel camposanto di Prima Porta pensando che in quel posto preciso, recintato con tanto di marmo e croce, riposasse l’amato nonno, ma, in seguito all’esumazione del corpo, si sono resi conto che i resti non appartenevano al familiare. Per uno strano scherzo del destino il defunto seppellito nella tomba di famiglia è stato quasi ritrovato intatto e i parenti non avrebbero riconosciuto il loro caro rivolgendosi così alla magistratura.

Come riporta Il Tempo, non è la prima volta che il cimitero Flaminio finisce sotto i riflettori per anomalie che finiscono per diventare inchieste giudiziarie. Questa è la quarta in ordine di tempo. Precedentemente era esploso il caso dei feti abortiti di cui le mamme non avrebbero mai chiesto la sepoltura. Le donne hanno denunciato come in quel cimitero venissero sotterrati i feti sotto una tomba e una croce con su scritto il nome delle donne e la data dell'interruzione della gravidanza. La Procura ha aperto un fascicolo in cui si ipotizzano due differenti reati relativi alla mancata privacy e alla violazione della legge sull'aborto.

Un’altra inchiesta che ha suscitato scalpore è stata quella riguardante le ceneri di alcuni defunti estranei, che per errore sarebbero state consegnate alle famiglie sbagliate, mentre i corpi dei familiari deceduti, per i quali era già stata pagata la cremazione, sarebbero stati seppelliti in terreni comuni o addirittura abbandonati. Un’ulteriore indagine, invece, si sta occupando del possibile reato di vilipendio di cadavere, con corpi esumati fatti a brandelli e gettati negli ossari.

Il cimitero Flaminio, noto anche come cimitero di Prima Porta, si trova fuori dal Grande raccordo anulare, in direzione nord, tra la via Flaminia e la via Tiberina e nacque su un progetto dell'architetto Elena Luzzatto. Con i suoi 140 ettari di estensione è il cimitero più grande d'Italia; è percorso da 37 chilometri di strade interne, sulle quali si circola con automezzi e autobus. Le sepolture sono prevalentemente a tumulazione; molte di esse sono disposte in palazzine o costruzioni che, per la forma, vengono dette "semicircolari".

Ci sono alcuni reparti distinti per le diverse confessioni religiose. Sono presenti numerosi campi comuni e un impianto crematorio. È considerato un capolavoro di architettura cimiteriale contemporanea.

Vi sono le tombe di molti celebri personaggi della cultura, dell'arte, dello spettacolo, dello sport e della politica italiana dell'ultimo secolo. Nel cimitero è edificata una chiesa, intitolata a San Michele Arcangelo al Flaminio, luogo sussidiario di culto della parrocchia dei Santi Urbano e Lorenzo a Prima Porta.

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