Sezionavo i cadaveri seppelliti all'interno dei loculi e poi, gettavano i resti in un ossario comune. È lo scempio che, fino a qualche giorno fa, si è consumato tra le mura del cimitero Prima Porta, in zona Flaminio, a Roma. Alcuni dipendenti Ama e impresari funebri arrotondavano lo stipendio offrendo ai parenti dei defunti ''un'alternativa economica'' alla cremazione. Stanati dalle telecamere dei carabinieri piazzate ad hoc nella struttura, dovranno ora rispondere dei reati di truffa, corruzione, induzione alla corruzione, e vilipendo di cadavere.
Lo scempio
Sono immagini a dir poco rabbrividenti quelle contenute nei filmati ripresi dalle telecamere piazzate dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma nel cimitero di Prima Porta. Un gruppo di dipendenti Ama, l'Azienda Municipale Ambiente della Capitale, smembrava le salme destinate alla cremazione gettandone i resti in un ossario comune. Il sezionamento veniva eseguito mediante l'usilio di veri e propri coltellacci da macellaio dopo aver estratto la vittima dal loculo di attribuzione. Le operazioni si svolgevano alla luce del sole, ad un passo da ignari sconosciuti. La cricca si avvaleva della complicità degli impresari di pompe funebri che occultavano artatamente il misfatto.
La truffa
L'obiettivo era quello di racimolare un po' di danaro cash per arrotondare gli stipendi. Una truffa studiata a tavolino ai danni delle famiglie dei defunti costretti a mettere mano al portafogli per garantire una degna sepoltura ai propri cari. In buona sostanza, i truffaldini proponevano un'alternativa ''economica'' alla cremazione, necessaria dopo trent'anni di permanenza nel loculo della salma. Così, millantando di seppellire i cadaveri in un'area del cimitero apposita, se ne disfacevano come fossero carne da macello: fatti a pezzi e gettati in una fossa anonima. E intanto, si assicuravano l'extra per la macabra commessa.
Le indagini
Stando a quanto riferisce Il Messaggero, ad oggi, i casi scoperti dalla Radiomobile dei Carabinieri sono 10. Tuttavia, in Procura sono certi che le operazioni procedessero a vele spiegate già dallo scorso febbraio e non escludono la possibilità che altre ignare vittime siano finite nella trappola dei malfattori. Un'inchiesta avviata dal sostituto procuratore Silvia Serrani riguarda proprio la truffa sulle cremazioni. Ai parenti dei defunti sarebbero stati consegnati vasi in terracotta - presumibilmente contenti polveri di altra natura - e non urne cinerarie.
Ad occuparsi dell'occultamento delle bare, ci avrebbero pensato gli impresari di pompe funebri incassando agevolmente i soldi delle presunta cremazione. Le persone indagate, al momento, sono 15 e dovranno rispondere a vario titolo dei reati di truffa, corruzione, induzione alla corruzione e vilipendio di cadavere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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