Si chiamava Youns El Bossettaoui. È il marocchino di 39 anni che una fotografia ritrae barcollante in giro per Voghera, la città pavese teatro di una tragedia. Senza fissa dimora, già conosciuto alle forze dell’ordine, pluripregiudicato, il profilo di Youns sembra quello di uno dei tanti fantasmi che popolano le città italiane. Irregolare, con ordini di espulsione sulle spalle mai veramente messi in atto: se li avessero eseguiti, forse oggi non saremmo qui a parlare di un morto e di un assessore agli arresti domiciliari.
Ma la storia non si fa con i “se”. E purtroppo neppure la cronaca. La tragedia si consuma martedì sera intorno alle 22.17. Il marocchino e Massimo Adriatici, assessore alla Sicurezza di Voghera, sono in piazza Francesco Meardi di fronte al Bar Ligure. Tra i due, stando alle prime ricostruzioni, scoppia un diverbio che poi forse si trasforma in colluttazione. All'improvviso un colpo parte dalla pistola, regolarmente detenuta, dell’assessore leghista. La vittima viene colpita al torace, il proiettile calibro 22 penetra nella carne all’altezza dell’emitorace destro. I soccorsi sono immediati, Youns viene portato in ospedale. Ma non c’è niente da fare. Poco dopo muore.
Le dinamiche sono ancora avvolte in una fitta nebbia di mistero. “Stavo passeggiando in piazza Meardi quando ho notato quell'uomo infastidire i clienti di un bar - avrebbe raccontato l’assessore ai magistrati - Mi sono avvicinato, l'ho redarguito invitandolo ad andarsene e a quel punto ho chiamato la polizia. Sentendo la mia telefonata, mi ha spinto facendomi cadere. È stato a quel punto che dalla pistola già impugnata è partito il colpo”. Secondo un testimone, sentito dall’Agi, il marocchino avrebbe lanciato una bottiglia di birra. “Un uomo che era lì - spiega Andiran R. - mi ha raccontato che la vittima aveva chiesto ad Adriatici: 'Perché non mi saluti?' E gli aveva lanciato addosso la bottiglia. A quel punto, l'assessore gli ha detto che avrebbe chiamato la polizia. Poi c'è stata una colluttazione tra loro e l'assessore ha sparato”. Stando ad altre ricostruzioni, il lancio non sarebbe avvenuto contro Adriatici.
Di domande senza risposta ne restano ovviamente a bizzeffe. La procura di Pavia ha conferito gli incarichi per tutti gli esami del caso, a partire dalla perizia balistica. E per le prossime ore si attende il risultato dell’autopsia. Qualcosa potrebbe emergere dalle telecamere di sorveglianza in zona. Inoltre sono già stati sentiti i testimoni oculari. E l’assessore, che solo due giorni fa aveva emanato una ordinanza anti-alcol e anti-movida, è stato interrogato tutta la notte fino alle 7 del mattino. Le accuse a suo carico sono passate dall’iniziale omicidio volontario al meno grave eccesso colposo di legittima difesa. Ed è proprio su questo dettaglio che la politica, con il sangue sul selciato ancora fresco, già si scanna. Da una parte la Lega, che con Salvini difende il suo assessore. Dall’altra le opposizioni, a parlare di far west.
Nel mezzo ci sono loro due, i protagonisti di questa brutta pagina di cronaca. A destra l’assessore Adriatici, avvocato, ex poliziotto, stimato da tutti e definito dagli ex colleghi in dipinto come “una persona soft, mai sopra le righe”. Si è autospospeso dal ruolo istituzionale. A sinistra Youns, l’uomo senza un tetto, con precedenti per reati contro il patrimonio, spaccio di sostanze stupefacenti, truffa, resistenza a pubblico ufficiale e minacce. “Io lo conoscevo perché passava due o tre volte al giorno davanti al bar, prendeva i posacenere e lo zucchero, li buttava in aria, faceva dei dispetti”, racconta un residente. "Era una persona 'cattiva' - aggiunge una coppia - conosciuta in città perchè importunava le persone e faceva gesti violenti.
Una volta aveva rotto la vetrina di un bar". Negli ultimi giorni era stato segnalato per ubriachezza molesta. A rigor di logica, visti gli ordini di espulsione, sarebbe dovuto essere lontano da Voghera. Invece in quella piazza ha trovato la morte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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