Messa del Giovedì Santo “sui generis” a Firenze. Don Alessandro Santoro, il prete del quartiere delle Piagge alla periferia di Firenze, noto per le sue posizioni vicine alla sinistra e alla comunità lgbt, ieri ha avuto l’ennesimo confronto-scontro con l’arcivescovo del capoluogo toscano, Giuseppe Betori.
Santoro, con una lettera, aveva annunciato che tra gli “apostoli” nella messa del Giovedì Santo ci sarebbe stata anche due gay, padri di due figlie, una donna africana, una rom musulmana, due rom storici ortodossi senza permesso di soggiorno, due mamme del Comitato 'no inceneritorè, una donna in cura per ludopatia e un disoccupato a cui saranno lavati i piedi.
“È la messa della lavanda dei piedi dove Gesù si spoglia delle sue vesti, si mette il grembiule, si inginocchia davanti ai piccoli e scalzandoli lava i piedi, facendosi servo di tutti", scrive il prete. "Loro sono il popolo delle Piagge, le persone di questa comunità - prosegue il sacerdote - a tutti loro Gesù lava i piedi e consegna il suo amore senza fine e dà piena accoglienza d'amore nella sua Chiesa", con loro "condividerà il pane" in piena fraternità, "per ricordarsi e ricordarci che la Chiesa di Gesù o sarà una chiesa del grembiule e di infinita fraternità o non sarà". A questa lettera l’ufficio stampa dell’arcidiocesi risponde che: "Quale sia la posizione dell' arcivescovo, e quindi della Chiesa cattolica, circa ciò che è implicato nelle scelte di don Alessandro Santoro per il Giovedì Santo è a tutti noto perché più volte già esplicitato".
Il riferimento è al contrasto tra don Santoro e la curia fiorentina che risale al 2011 quando il sacerdote era stato allontanato per alcuni mesi dalle Piagge dopo aver unito con rito religioso una donna nata uomo e il suo compagno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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