Quarantotto ore dopo ha già cambiato versione. Ridha Mahmoudi, il 53enne tunisino reo confesso dell'omicidio di don Roberto Malgesini, ha ritrattato e non ha voluto sottoscrivere il verbale dell'interrogatorio reso in questura, secondo quanto appreso dall'Agi da fonti investigative. Interrogato questa mattina nel carcere del Bassone (Como) dal giudice per le indagini preliminari ha negato di aver ucciso il sacerdote. "Non sono io l'autore del delitto, non c'entro nulla" ha detto di fronte al gip. Appena due giorni fa il 53enne si era costituito ai carabinieri ammettendo il gesto e fornendo dettagli e motivazioni. Don Roberto sarebbe stato colpevole di un complotto ordito per rispedirlo nel suo Paese di origine. E per questo meritava di "essere ucciso come un cane", aveva specificato. Adesso però le cose sarebbero andate diversamente.
Nel corso dell'interrogatorio in carcere, Mahmoudi attribuisce tutta la colpa allo Stato. Insomma gli unici responsabili dell'omicidio sarebbero le istituzioni, in particolare il prefetto, colpevole di aver emesso due provvedimenti di espulsione a suo carico. Il primo in sospeso perché impugnato, il secondo non eseguito per via del blocco aereo causa coronavirus. Per il gip, come già anticipato ieri da fonti della questura di Como, l'uomo sarebbe capace di intendere e di volere. E dunque imputabile. Il dietrofront del tunisino sarebbe un cambio di strategia in corsa secondo l'assessore regionale alla sicicurezza Riccardo De Corato. "Il gip conferma che Radhi Mahmoudi, l'omicida di don Roberto Malgesini, è imputabile, cioè capace di intendere e di stare nel processo. Per tutta risposta, il tunisino, che probabilmente confidava nell'infermità mentale per farla franca, ha ritrattato affermando di non essere stato lui ad uccidere il sacerdote", ha commentato l'assessore. E a confermarlo sarebbero proprio le dichiarazioni del legale di Mahmoudi che sta già valutando la richiesta di una perizia psichiatrica del suo assistito, attualmente in isolamento al carcere del Bassone per precauzione anti contagio. "Valuteremo questo aspetto è probabile. Faremo una valutazione sulla base della convalida e se necessario presenterò istanze ai giudici ", aveva specificato l'avvocato Davide Giudici all'Adnkronos. queste le parole dell'ex vice Sindaco di Milano ed assessore regionale alla sicurezza, immigrazione e polizia locale, Riccardo De Corato in merito all'interrogatorio avvenuto questa mattina del senzatetto clandestino che si era costituito alle forze dell'ordine dopo l'aggressione. A condurre l'inchiesta il pm Massimo Astori, lo stesso che ha seguito le indagini della strage di Erba.
Intanto stamattina la salma di don Roberto Malgesini è partita, su richiesta dei familiari, per Regoledo di Cosio (Sondrio), il paesino della Valtellina dove era nato e dove vivono i genitori e i tre fratelli. I funerali saranno celebrati dal vescovo di Como Oscar Cantoni.
Il feretro, sempre su richiesta dei parenti, ha fatto una sosta davanti alla chiesa di San Rocco, dove il don viveva e dove 20 metri più in là, nella piazzetta, è stato ucciso. A salutare per l'ultima volta il prete degli ultimi, i fedeli e molti dei senzatetto che aveva sempre aiutato. Anche alle sette del 15 settembre quando è stato colpito a morte proprio da uno di quegli "ultimi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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