"Problema di compatibilità": cosa succede sul green pass italiano

Dall'1 febbraio il green pass italiano varrà sei mesi, quello europeo nove. Il costituzionalista Guazzetta: "Un contrasto che mi pare insanabile"

"Problema di compatibilità": cosa succede sul green pass italiano

Il green pass italiano cambierà di nuovo durata: dal primo febbraio, sarà valido per sei mesi dall'ultima vaccinazione o dalla guarigione. E questo potrebbe essere un problema. Perché il certificato verde europeo varrà nove mesi per il primo ciclo vaccinale, mentre per la dose booster non è ancora previsto un termine. La questione è che, quando un diritto nazionale ne contrasta uno europeo direttamente applicabile è quest'ultimo a prevalere giuridicamente.

A spiegare questa discrasia all'Adnkronos è il costituzionalista Giovanni Guzzetta, professore di diritto pubblico presso l'università di Roma Tor Vergata: "C'è un contrasto che mi pare insanabile - sottolinea il professor Guzzetta - un problema di legittimità e compatibilità comunitaria che a mio parere va corretto subito. Il rischio é che per i cittadini italiani la frequenza della vaccinazione sia maggiore che per gli altri cittadini europei. Il primo febbraio si creerà una situazione di conflitto tra due norme che entrano in vigore lo stesso giorno". Proprio in questi giorni frenetici per la politica, il Parlamento sta discutendo la conversione del decreto. A questo proposito, il costituzionalista esorta le Camere a esaminare con attenzione le norme. Il motivo è presto detto: "Più si riduce la durata della certificazione, più sono le dosi che gli italiani sono tenuti a farsi somministrare per assicurarsi di avere la certificazione verde in Italia. Ciò potrebbe comportare l'apertura di una serie di contenziosi da parte dei cittadini".

La norma italiana che entrerà in vigore l'1 febbraio è stata introdotta dal decreto legge 221 del 24 dicembre scorso; quella europea tre giorni prima, il 21 dicembre. "Una coincidenza soprendente", dice il professor Guzzetta, che "pone problemi di compatibilità comunitaria". E spiega: "Il regolamento europeo ha efficacia immediata, e quindi dovrebbe essere applicato anche alla pubblica amministrazione. Questa, a sua volta dovrebbe disapplicare il decreto legge nazionale, poiché incompatibile con le regole comunitarie".

Con la probabilità, chiosa il costituzionalista, che i cittadini che "si vedono limitare la validità della certificazione disformemente all'Unione europea" ricorrano a contenziosi con lo Stato italiano.

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