Il processo Gregoretti ora "scricchiola" Il pm chiede già l'archiviazione per Salvini

Il pm Bonomo ha chiesto il "non luogo a procedere" per il caso Gregoretti. Ora la decisione finale spetta al Gup

Il processo Gregoretti ora "scricchiola" Il pm chiede già l'archiviazione per Salvini

È iniziato oggi a Catania il processo sul caso Gregoretti che vede imputato l'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini, accusato di abuso di ufficio e sequestro di persona. Tutti i riflettori sono puntati in questo sabato sul capoluogo etneo: la vicenda infatti, oltre al valore giuridico, è importante sotto il profilo politico. Non è un caso che, tra sostenitori e detrattori, a Catania si sono dati appuntamento diversi gruppi per attendere l'arrivo del leader della Lega in tribunale.

La mattinata di Salvini

L'ex ministro dell'Interno si trova in Sicilia da diversi giorni, del resto domani sull'isola si vota in molti comuni importanti dove il carroccio presenta propri candidati. Terminata però la campagna elettorale, Salvini si è spostato direttamente a Catania per attendere l'inizio della prima udienza. Nelle ore immediatamente precedenti al processo, il segretario leghista ha dichiarato in più occasioni di aver operato per il bene del Paese e per la difesa dei confini: “Rifarei tutto – si legge nelle dichiarazioni di Salvini – Ho agito per dare seguito al mio mandato”.

L'ultima affermazione prima di recarsi in tribunale, l'ex ministro l'ha affidata ai propri canali social: “Negli occhi le immagini di ieri sera, grazie a tutti coloro che sono venuti a Catania anche da molto lontano per dimostrarmi la loro vicinanza – si legge sulla pagina Facebook di Salvini – E grazie a tutti coloro che me l'hanno dimostrata anche da casa. È per me motivo di orgoglio, onore, forza. Avanti a testa alta, con fiducia, certo di aver sempre agito per la difesa della Patria e la sicurezza degli italiani”.

Alle 9:30 il segretario della Lega è arrivato in tribunale dove, poco dopo, è iniziata l'udienza preliminare per il processo sul caso Gregoretti. Con lui c'è l'avvocato Giulia Bongiorno, l'accusa è invece rappresentata dal sostituto procuratore Andrea Bonomo. L'udienza, come previsto, è quindi iniziata prima delle 10:00 a porte chiuse.

Chiesta l'archiviazione

Prima di entrare in aula nessuno ha voluto rilasciare dichiarazioni, nemmeno lo stesso Matteo Salvini. E questo nonostante la ressa sia all'esterno dell'aula che nella piazza antistante il tribunale etneo, dove giornalisti e cronisti erano presenti già dalle prime ore del mattino. A un'ora dall'inizio dell'udienza sono trapelate le prime indiscrezioni: l'Agi, in particolare, ha rilanciato la notizia secondo cui il Pm Andrea Bonomo avrebbe chiesto al Gup, Nunzio Sarpietro, l'archiviazione per Matteo Salvini. Una novità che non sorprende più di tanto, del resto già un anno fa era stata la stessa procura di Catania a chiedere l'archiviazione per l'ex ministro.

Salvini: "Sono sereno e fiducioso"

Poco prima di mezzogiorno la fase dibattimentale dell'udienza è terminata: aperte le porte dell'aula in cui i principali protagonisti del caso Gregoretti hanno trascorso buona parte della mattinata, il Gup si è quindi ritirato in camera di consiglio per istituire l'istruttoria. Poco dopo è arrivato il primo commento dello stesso Matteo Salvini: "Giudice da più di un'ora in Camera di Consiglio per prendere la sua decisione - si legge nel profilo Twitter dell'ex ministro dell'Interno - Sapete che sono tranquillo e sereno come non mai?".

La decisione del Gup

Dopo due ore di camera di consiglio, durante la quale mentre era in attesa del responso l'avvocato di Matteo Salvini, Giulia Bongiorno, è stata colpita da una lastra di marmo staccatasi da una parete, il Gup ha deciso di rinviare l'udienza al prossimo 20 novembre. In quell'occasione saranno sentiti anche il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, così come i ministri Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese, oltre che all'ex titolare delle Infrastrutture Danilo Toninelli.

Una decisione che appare una vittoria per Salvini: "Abbiamo chiesto di sentire il ministro dell'Interno Lamorgese perchè confermi che la procedura utilizzata da Salvini è la stessa di quella seguita oggi - ha ribadito al termine dell'udienza l'avvocato Giulia Bongiorno - Ma non abbiamo sollecitato di sentire anche Conte e Di Maio o altri membri del governo". Una dichiarazione che lascia intendere come la scelta del Gup sia andata oltre le stesse richieste della difesa di Salvini.

Quest'ultimo ha commentato soddisfatto: "Lasciatemi dire - ha dichiarato l'ex titolare del Viminale - che sono molto soddisfatto di aver sentito un giudice dire che non ho fatto da solo. Ero sereno e ora tornerò a casa ancora più sereno".

La riedizione del “patto dell'arancino”

A Catania oltre a Salvini erano oggi presenti anche tutti gli altri leader del centrodestra. A partire da Giorgia Meloni, numero uno di Fratelli d'Italia e giunta in Sicilia alcuni giorni prima per chiudere la campagna elettorale in vista delle comunicali. Nel capoluogo etneo è arrivato nelle scorse ore anche il vice presidente di Forza Italia, Antonio Tajani. Entrambi hanno voluto incontrare Salvini prima dell'udienza sia per manifestare solidarietà all'ex ministro che per ribadire l'unità del centrodestra sulle questioni più importanti.

“Insieme, a Catania, al fianco di Matteo Salvini – ha scritto Giorgia Meloni su Facebook – è un dovere, ancor prima che un diritto, di qualsiasi ministro, fare ciò che gli chiede la maggioranza degli italiani e difendere le leggi e i confini di questa Nazione”. Di fatto l'inizio del processo Gregoretti ha dato l'input per una riedizione del cosiddetto “patto dell'arancino”, l'accordo cioè tra i principali leader del centrodestra siglato proprio a Catania alla viglia delle regionali siciliane del 2017. In quell'occasione erano presenti nel capoluogo etneo Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi.

Perchè Salvini è a processo

Il caso per il quale il leader della Lega è stato chiamato a processo riguarda la vicenda relativa alla nave Gregoretti. Dal 26 al 31 luglio 2019 il mezzo della Guardia Costiera con 140 migranti a bordo è rimasto ancorato ad Augusta per via del divieto, da parte dell'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini, di sbarcare.

La situazione si è sbloccata soltanto quando si è avuta certezza dell'accordo per la redistribuzione dei migranti in Europa.

Ma dopo lo sbarco la procura di Siracusa ha aperto un fascicolo per sequestro di persona e abuso di ufficio contro Salvini, con l'indagine passata poi per competenza al tribunale dei ministri di Catania. A febbraio la maggioranza giallorossa a sostegno del governo Conte II ha votato favorevolmente in Senato alla richiesta del tribunale etneo di portare a processo Matteo Salvini.

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