Processo Ingroia, l'ex pm condannato a un anno e 10 mesi per peculato

Il Gup di Palermo ha assolto l'imputato dall'accusa più grave, ossia di essersi impossessato di 117mila euro come indennità

Processo Ingroia, l'ex pm condannato a un anno e 10 mesi per peculato

Accusato di peculato, Antonio Ingroia ha ricevuto una condanna a un anno e 10 mesi con pena sospesa al termine del processo svolto mediante rito abbreviato. Il tutto risale all'ormai lontano 2013, quando l'ex procuratore aggiunto venne scelto dal presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta come liquidatore della società regionale Sicilia e-Servizi. Secondo l'accusa, Ingroia aveva approfittato della sua posizione per impossessarsi di 117mila euro come indennità di risultato ed ottenere diversi rimborsi spese per viaggi e pernottamenti in albergo (si parla di un totale di circa 17mila euro).

Nel corso dell'udienza tenuta nel pomeriggio di ieri, mercoledì 11 novembre, il gup del tribunale di Palermo Maria Cristina Sala ha deciso di assolvere l'ex pm dall'accusa più grave, ossia quella di essersi impossessato dei 117mila euro, accogliendo in parte quanto richiesto dai legali di Ingroia, Enrico Sorgi e Mario Serio, che puntavano alla piena assoluzione. Il gup ha però ritenuto l'imputato colpevole del reato di peculato relativo ai rimborsi spese, da qui la condanna ad un anno e 10 mesi, quando invece l'accusa aveva chiesto una pena di 4 anni.

"Quando ero a Sicilia e-Servizi sono riuscito ad abbattere il costo della società per la Regione Siciliana di decine di milioni di euro, portando i bilanci a 7 milioni di euro mentre con i miei predecessori erano arrivati a 100 milioni di euro", ha spiegato Antonio Ingroia, come riportato da "LaPresse". "Risiedo a Roma da quasi 10 anni e di questo era consapevole chi mi ha nominato. Il costo delle spese di soggiorno sarebbe stato superiore al mio compenso che era di 3.000 euro circa, infatti prima della mia nomina avevo ricevuto rassicurazioni sui rimborsi per le spese di alloggio, altrimenti non avrei neanche accettato", ha proseguito. "Per questo definisco ridicola questa accusa, anche perché il mio predecessore risiedendo a Catania soggiornava regolamente a Palermo senza che la Procura gli abbia mai fatto alcuna contestazione, lo stesso per il direttore generale della società".

Ingroia si è detto soddisfatto per l'assoluzione relativa all'accusa più grave"per la quale sono stato messo alla gogna per tre anni" e per il fatto che i 116mila euro che gli erano stati sequestrati saranno restituiti.

Nel corso del processo che lo vedeva imputato Igroia si era dichiarato tranquillo. "Non ho commesso nulla di illecito e ho invece denunciato le gravi ruberie di altri nella società che ho amministrato facendo risparmiare decine di milioni ai siciliani", aveva affermato al momento della chiusura delle indagini, come ricordato da "PalermoToday".

"Sono orgoglioso di essere l'unico che nella storia ha fatto scendere il bilancio di una società pubblica siciliana dalla cifra oscena di centinaia di milioni sperperati a discapito della Comunità europea e dei siciliani onesti, fino a 7 milioni".

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