Ci sono il Comune di Roma, la Regione Lazio e Ama spa. C’è l’Avvocatura dello Stato, in rappresentanza del Ministero dell’Interno e degli amministratori giudiziari delle cooperative, c’è il Pd (Unione regionale Lazio), oltre alla Confindustria nazionale, alla Camera di Commercio di Roma, a Eur spa e alla Lega nazionale delle Coop. Sono 55 le istanze presentate per la costituzione di parte civile nel processo a Mafia Capitale riferite a un centinaio tra persone fisiche e giudiriche. Non mancano ovviamente le associazioni che tutelano gli interessi dei cittadini e dei consumatori, e quelle che si battono da sempre contro la mafia, l’usura e il racket. Ma la richiesta di costituzione - su cui dovrà pronunciarsi il tribunale alla prossima udienza del 17 novembre nell’aula bunker di Rebibbia, una volta sentite le difese - è stata avanzata anche da dieci rifugiati politici, da tre profughi, da 37 nomadi di Tor de Cenci costretti forzosamente al trasferimento presso il campo di Castel Romano "perchè vittime di una distrazione di fondi» attribuita ad alcuni imputati e da "24 cittadini romani, normali" (così definiti dal loro legale).
C’è pure un’istanza presentata da un dipendente di una cooperativa trovatosi all’improvviso senza stipendio e senza lavoro quando l’ondata di arresti ha travolto anche il suo datore di lavoro.
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