Se non è una vittoria, almeno Giuseppa ha incassato un piccolo vantaggio. È tornata nella sua casa "abusiva", quella casetta di legno che i figli le avevano regalato dopo che la sua abitazione era crollata a causa del terremoto dello scorso ottobre. "Alle 7 ero già in piedi, ho recitato il rosario come sempre, e ho dovuto aspettare che si svegliassero anche loro per poter tornare qui. Ma ora non mi muovo", ha detto l'anziana 95enne al Carlino.
La decisione è quella di attendere il pronunciamento del Tribunale del Riesame, che dovrà esprimersi sul ricorso presentato da Giuseppe contro lo sfratto imposto nei mesi scorsi dal tribunale. In effetti la casetta di legno è abusiva, perché i permessi - richiesti dalla famiglia dell'anziana - non erano ancora arrivati quando è stata costruita. Ma Peppina vuole morire nel luogo dove è sempre vissuta. E quando ieri i parenti sono andati a prenderla per portarla via ha pianto lacrime amare.
"Sabato sera - racconta il genero Maurizio Turchetti al Carlino - sono stato contattato dai carabinieri forestali di Fiastra, che mi hanno comunicato la decisione della procura grazie alla quale siamo potuti tornare, almeno fino alla decisione del tribunale del riesame. Peppina sabato aveva pianto tutto il giorno, quando ha saputo che poteva rientrare le si è allargato il cuore, fosse stato per lei sarebbe tornata già sabato sera". Oggi quindi l'anziana è tornata nella sua casetta a Moreggini di San Martino, frazione di Fiastra.
La soluzione però potrebbe essere anche politica.
Si sta studiando una sorta di condono per le abitazioni come quella di Giuseppa in modo da aggirare la decisione dei giudici. E infatti la figlia Gabriella Turchetti attacca: "Io mi auguro che, tra lo ius soli e la legge elettorale, si trovi il tempo per discutere anche la regolamentazione di casi come questo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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