È la lettera di uno psicologo omosessuale, Joseph Marlin, inviata a La Verità, ad aprire il dibattito sull'identitàdi genere. Un grido, una richiesta ai genitori di quei bambini che hanno un "temperamento timido", "più irritabili, più sensibili di altri": "Aiutateci a sviluppare la nostra identità di genere", lontano dalla "grande illusione" dell'omosessualità.
"Nascono bambini più timidi, più irritabili, più sensibili di altri - scrive Marlin - Questi bambini devono essere sostenuti dai loro genitori, per sviluppare al meglio le loro potenzialità, le loro qualità. Questo vale per tutti i bambini, è questa la missione dei genitori. Alcuni, però, devono essere sostenuti più di altri (...) bambini il cui sviluppo dell' identità di genere, il loro sentirsi come appartenenti al proprio sesso, è più a rischio".
Secondo Mrlin appartenere al genere maschile al 100% "è una delle conquiste più grandi che abbia mai dovuto apprendere nel corso della mia vita". Il rischio è che i bambini con difficoltà a sviluppare un'identità di genere possano essere abbandonati "in balia del loro vittimismo, senso di colpa, invidia verso un mondo che da una parte rigettano, dall' altra idolatrano, sperimentando grande sofferenza e divisioni interne". Non bisogna dirgli che esste un mondo "fantastico" dove tanti omosessuali stanno benissimo. Non bisogna abbandonare "questi bambini per tutta la vita a ricercare tristemente attraverso atti sessuali un senso di appartenenza che non troveranno mai. Vittime per tutta la vita di fantasie sessuali in cui uomini forti e potenti danno loro quello che sentono di non avere, in un ciclo di dipendenza".
Marlin prende in considerazione che "non tutti gli omosessuali hanno questo tipo di problemi" e che ci sono coppie dello stesso sesso che vivono una relazione stabile da molti anni. Ma secondo lui la società, così concentrata a dare spazio all'orgoglio gay, non tiene in considerazione le esigenze di quei ragazzi che invece vivono la loro sessualità con difficoltà e che "vedono l' omosessualità come una grande illusione e vorrebbero sviluppare le proprie potenzialità come maschi, o come femmine". "Credo che qualcuno dovrebbe occuparsi di noi -scrive Merlin a La Verità - (...) Non tagliateci fuori subito. Non lasciateci soli a pensare che papà è cattivo, che i maschi sono cattivi. Non sto parlando di decostruire gli stereotipi o roba simile. Quelli fanno parte del gruppo sociale. Dove c' è gruppo, c' è stereotipo. Sto dicendo che qualcuno, però, dovrebbe aiutarci a trovare il nostro posto lì. Non sbatterci a giocare con le femmine. O oggi, addirittura, costringere i nostri amici maschi, a fare giochi da femmine, così noi ci sentiamo meno soli".
Altrimenti si rischia che in breve tempo il bambino arriverà in un locale gay "dove finalmente riceveremo dal primo cinquantenne il riconoscimento come uomo che
avremmo sempre voluto". Non solo. Da ragazzi prima e uomini poi "siamo chiusi in un ciclo di dipendenza sessuale". "Entrate in questa sfida, aiutateci - chiede Marlin - Aiutateci a sviluppare la nostra identità di genere".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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