Il caso del primo paziente di Coronavirus in Puglia ha creato molto scalpore. A parlarne in Parlamento anche l'onorevole pugliese della Lega, Rossano Sasso, che ha depositato un'interrogazione all'attenzione del ministro della salute, Roberto Speranza, e del ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese.
Quello che non è chiaro al deputato barese è chi ha autorizzato il 33enne di Torricella, un Comune in provincia di Taranto, primo caso di covid 19 in Puglia, a ripartire da Codogno dove si era recato per trovare la mamma malata di Alzheimer e ricoverata in un centro medico specializzato (come specificato da lui stesso in una lettera pubblicata su un giornale locale).
"Tutto è partito perché ho letto un post su Facebook di un consigliere regionale in quota ad una lista civica di Michele Emiliano che si chiama Giuseppe Turco, medico di Torricella. - dichiara a ilGiornale.it, Rossano Sasso -Lui stesso ha dichiarato che il 33enne il 24 febbraio scorso sarebbe uscito dalla zona rossa (di Codogno) e ho chiesto (nell'interrogazione) come mai una persona in pieno divieto sia riuscita a tornare a casa.". Nel suo post, Giuseppe Turco ha scritto: "Un nostro concittadino dal 19 al 24 febbraio ha soggiornato a Codogno. Da Codogno lo hanno tranquillizzato a ripartire per Torricella rispettando la quarantena".
"Il 33enne ha preso un aereo da Milano diretto a Brindisi. E proprio pochi giorni prima avevo fatto approvare un ordine del giorno con cui lamentavo il fatto che venissero effettuati i controlli con il termoscan (si tratta di termometri di ultima generazione, ndr), soltanto per chi proveniva da voli internazionali o da Roma. Guarda caso due giorni dopo, uno che ha preso il volo da Milano non è stato monitorato, libero di andare in giro e infettare chiunque". Come è riportato nell'interrogazione parlamentare, "è notorio a tutti che vi era l'assoluto divieto per chiunque a lasciare Codogno già a partire dal 23 febbraio".
A questo punto l'onorevole Sasso, che ha comunque augurato una pronta guarigione al 33enne di Torricella, ha chiesto ai ministri Lamorgese e Speranza, "se corrisponda al vero che l'uomo sia stato autorizzato a lasciare il comune di Codogno in vigenza del decreto del presidente del consiglio dei ministri del 23 febbraio 2020 e come sia stato possibile il suo allontanamento da tale zona, infine, alla luce di quanto accaduto, quali iniziative intendano assumere, ognuno per quanto di propria competenza, a tale riguardo.".
Effettivamente, il 23 febbraio il governo ha approvato il decreto legge per "prevenire e contrastare l'ulteriore trasmissione del virus". Il 24 febbraio, poi, il governatore della Puglia, Michele Emiliano, come accaduto anche in altre regioni, ha emesso un'ordinanza secondo cui chiunque fosse rientrato dalla Lombardia, dall'Emilia Romagna, dal Piemonte e dal Veneto avrebbe dovuto comunicarlo alle autorità competenti.
"Secondo quanto riferito dal consigliere regionale, - continua l'interrogazione posta all'attenzione dei due ministri -l’uomo sarebbe stato autorizzato a lasciare Codogno il giorno successivo all’entrata in vigore del decreto. Pertanto, se fosse vero, tutto ciò sarebbe avvenuto in violazione di legge oltre che senza alcun riguardo al più elementare senso civico e di rispetto della comunità locale.
608px;">" L'uomo per rientrare a Torricella ha, infatti, utilizzato diversi mezzi di trasporto, tra cui un volo aereo, venendo, quindi, a contatto con molte persone. Rimane, dunque, il dubbio su chi ha permesso al 33enne di partire dopo essere stato a Codogno.
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